Finanza Personale Trump chiede il controllo dei prezzi del petrolio: “Non fate il gioco del nemico”

Trump chiede il controllo dei prezzi del petrolio: “Non fate il gioco del nemico”

Trump ribadisce l'indipendenza energetica USA, mantenendo prezzi bassi del petrolio e spingendo sull'estrazione interna.

24 Giugno 2025 12:30

Negli ultimi mesi, il dibattito sull’energia negli Stati Uniti ha visto riemergere con forza la figura di Trump, deciso a riportare al centro dell’agenda nazionale il tema dell’energia. Mentre le tensioni in Medio Oriente si fanno sempre più incandescenti, l’ex presidente rilancia il mantra “Drill, baby, drill”, spronando il settore petrolifero americano a garantire il prezzi del petrolio competitivi e a rafforzare l’indipendenza energetica del Paese. Il suo appello non è casuale: l’ombra di nuovi conflitti internazionali rischia di minare la stabilità dei mercati e di mettere a dura prova le tasche dei consumatori statunitensi.

In un contesto segnato da attacchi a infrastrutture strategiche e da una crescente incertezza nello Stretto di Hormuz – snodo cruciale per il traffico mondiale di greggio – Trump gioca la carta della sicurezza domestica.

Il leader repubblicano, con il suo stile diretto e senza fronzoli, non nasconde le sue priorità: proteggere l’economia americana da shock esterni, evitando che i rincari energetici possano offrire un vantaggio competitivo ai rivali internazionali. In questa prospettiva, la dipendenza da energia diventa non solo una scelta economica, ma anche geopolitica, nonostante le critiche di chi sottolinea la scarsa attenzione alle fonti rinnovabili.

Trump e il mercato del petrolio sotto pressione: scenari e prospettive

La situazione internazionale resta tesa: con il Brent che supera la soglia dei 75 dollari al barile, il rischio di nuove impennate dei prezzi del petrolio è tutt’altro che remoto. Gli analisti guardano con preoccupazione alle possibili mosse dell’OPEC+, pronta a intervenire per evitare ulteriori oscillazioni che potrebbero mettere in ginocchio intere economie. L’instabilità nello Stretto di Hormuz rappresenta una vera e propria spada di Damocle: eventuali interruzioni dei flussi energetici avrebbero ripercussioni immediate non solo sugli Stati Uniti, ma sull’intero sistema globale.

Non solo energia: il fronte politico regala a Trump una serie di successi, a partire dalla recente sentenza della Corte Suprema sulle deportazioni verso Paesi terzi. Ma è sul piano internazionale che arriva una sorpresa destinata a far discutere: dal Pakistan giunge la proposta di candidatura di Trump al Premio Nobel per la Pace 2026, un riconoscimento alle sue ultime iniziative di mediazione. Un segnale che, nonostante le polemiche e le divisioni, la figura dell’ex presidente continua a influenzare gli equilibri mondiali, tra diplomazia, energia e sicurezza.

Se vuoi aggiornamenti su Finanza Personale inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.