Finanza Personale Diesel Euro 5, il blocco può saltare: novità dall’emendamento in discussione

Diesel Euro 5, il blocco può saltare: novità dall’emendamento in discussione

Dal 2025 stop ai diesel Euro 5 in città italiane: dibattito tra politica, ambiente ed economia; scopri le implicazioni e le reazioni.

12 Giugno 2025 10:15

Il blocco delle auto diesel Euro 5 si prepara a diventare realtà a partire dal 1° ottobre 2025, segnando una svolta significativa per chi vive e lavora nei principali centri urbani di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Non si tratta di una semplice restrizione, ma di una misura dettata dalla necessità di rispondere con fermezza alla condanna inflitta dalla Corte di Giustizia Europea all’Italia per il reiterato superamento dei limiti di inquinamento atmosferico.

La questione del blocco delle auto diesel Euro 5, come spesso accade nel nostro Paese, non si esaurisce in un provvedimento tecnico: in gioco ci sono interessi, equilibri e soprattutto la quotidianità di migliaia di cittadini e imprese.

Divieti e sanzioni col blocco delle auto diesel Euro 5: il nuovo scenario per gli automobilisti

Dal prossimo autunno-inverno, i possessori di veicoli diesel Euro 5 dovranno fare i conti con restrizioni precise: il divieto di circolazione scatterà ogni anno dal 1° ottobre al 15 aprile, coinvolgendo le aree urbane più esposte al rischio di sforamento dei valori di biossido d’azoto. Chi deciderà di sfidare il nuovo regime, rischierà multe salate, comprese tra 168 e 679 euro, e nei casi di recidiva si potrebbe arrivare addirittura alla sospensione della patente fino a 30 giorni. Un messaggio chiaro: la lotta all’inquinamento non ammette più deroghe o distrazioni.

Come prevedibile, la decisione ha acceso la miccia del dibattito politico. La Lega ha immediatamente fatto sentire la propria voce, con una mozione per fermare il blocco e accuse rivolte alla sinistra di sostenere politiche ambientali giudicate dannose per il tessuto economico. Il vicepremier Matteo Salvini non ha perso tempo, annunciando l’intenzione del governo di valutare un rinvio dell’entrata in vigore del provvedimento. Una mossa che suona come una promessa ai tanti cittadini e imprenditori che temono ripercussioni pesanti sulle proprie attività.

Il nodo centrale resta quello dell’equilibrio: come conciliare il rispetto degli impegni europei in materia di qualità dell’aria con la necessità di non mettere in ginocchio famiglie, artigiani e commercianti?

Non a caso, anche i sindaci dell’Unione Net hanno espresso forti perplessità sul blocco delle auto diesel Euro 5, chiedendo soluzioni alternative per chi rischia di restare senza mezzi di trasporto. L’Italia si trova ancora una volta a camminare sul filo sottile che separa la tutela dell’ambiente dalla sostenibilità economica, in una partita che, al di là dei proclami, coinvolge da vicino la vita di tutti i giorni.

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