Pensione a 67 anni nel 2025: nuovi requisiti di stipendio e contributi
Nel 2025, i lavoratori contributivi puri dovranno soddisfare nuovi requisiti per la pensione a 67 anni. Ecco come calcolare stipendio e contributi.
Dal 2025 il percorso verso la pensione di vecchiaia si fa decisamente più impegnativo, con nuovi paletti che rischiano di cambiare le carte in tavola per moltissimi lavoratori italiani. La stretta riguarda in particolare i cosiddetti contributivi puri, ovvero coloro che hanno iniziato a versare i contributi solo dopo il 1995: per loro, la soglia da raggiungere si alza e non di poco.
L’asticella dell’assegno minimo viene fissata a 702,15 euro al mese, pari a 1,5 volte l’assegno sociale, ma la vera novità è che per centrare questo obiettivo servirà un montante contributivo di circa 159.500 euro. Un importo che non si può certo definire trascurabile, specie per chi ha avuto carriere discontinue o retribuzioni non particolarmente elevate.
Andare in pensione a 67 anni: come fare i calcoli
Ma come si arriva a questa cifra? Il calcolo si basa sull’applicazione del coefficiente di trasformazione previsto per i 67enni, pari al 5,723%. In parole semplici, per garantirsi la pensione minima occorre aver accumulato un capitale previdenziale che, trasformato secondo questo coefficiente, dia diritto almeno all’importo fissato dalla legge.
Il che significa, per un lavoratore dipendente, la necessità di avere uno stipendio annuo medio di almeno 24.166 euro per vent’anni, assumendo l’aliquota contributiva standard del 33%. Una soglia che, a conti fatti, potrebbe rivelarsi fuori portata per molti, specie per chi lavora con contratti atipici o nel mondo del lavoro autonomo, dove le aliquote contributive sono spesso più basse e le entrate meno stabili.
Non bisogna dimenticare che la durata della carriera lavorativa gioca un ruolo chiave: più anni di contribuzione permettono di diluire lo sforzo, riducendo la necessità di mantenere uno stipendio elevato per tutto il periodo. Tuttavia, la realtà del mercato del lavoro italiano, fatta di frequenti interruzioni e cambi di settore, rende questo scenario sempre meno frequente. Ecco perché la parola d’ordine, oggi più che mai, è pianificazione: senza una strategia previdenziale ben costruita e una consapevolezza dei nuovi requisiti, il rischio di ritrovarsi con una pensione inadeguata è dietro l’angolo.
Doppia sfida per chi vuole andare in pensione nel 2025
Per chi appartiene alla categoria dei contributivi puri, dunque, la sfida si fa doppia: da un lato, bisogna tenere d’occhio il proprio montante contributivo, dall’altro è fondamentale monitorare lo stipendio annuo e le eventuali lacune contributive.
Il nuovo scenario, insomma, non lascia spazio all’improvvisazione: la previdenza pubblica si fa sempre più selettiva e la capacità di programmare il proprio futuro previdenziale diventa una competenza imprescindibile. In un contesto così mutevole, informarsi e agire per tempo rappresentano le uniche vere armi per garantirsi una vecchiaia serena e una pensione all’altezza delle aspettative.
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