Finanza Personale Stop alle auto diesel Euro 5: cosa succede da ottobre e dove vale il divieto

Stop alle auto diesel Euro 5: cosa succede da ottobre e dove vale il divieto

Restrizioni per auto diesel Euro 5 dal 2025 in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna per combattere l'inquinamento da PM10.

11 Giugno 2025 10:30

Nel cuore pulsante del Nord Italia si sta per abbattere una tempesta normativa destinata a lasciare il segno: dal 1° ottobre 2025 scatterà il blocco delle auto diesel per i veicoli di categoria Euro 5, una misura che rischia di stravolgere abitudini, bilanci familiari e assetti produttivi.

La stretta interesserà le principali regioni del bacino padano – Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna – colpendo i comuni con oltre 30.000 abitanti, e sarà in vigore nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30, almeno fino al 15 aprile 2026. Una decisione che, come un fulmine a ciel sereno, ha già acceso un acceso dibattito politico e acceso i riflettori su un problema tanto annoso quanto irrisolto: la qualità dell’aria che respiriamo.

Non si tratta di una scelta calata dall’alto senza ragione. Alla base del provvedimento c’è la necessità, non più procrastinabile, di ridurre le emissioni di PM10, quelle famigerate polveri sottili che rappresentano un nemico invisibile ma letale per la salute pubblica. La situazione, del resto, è da tempo fuori controllo: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nel 2020, ha condannato l’Italia per il sistematico superamento dei limiti di inquinamento atmosferico, soprattutto nel Nord. Così, si è deciso di stringere le maglie e intervenire su uno dei fronti più critici, quello della mobilità privata, con un divieto che promette di far discutere a lungo.

I numeri dello stop alle auto diesel Euro 5

I numeri parlano chiaro e non lasciano spazio a interpretazioni: saranno più di un milione di veicoli a finire nel mirino delle nuove restrizioni.  Chi dovesse ignorare il divieto, si troverà a fare i conti con sanzioni tutt’altro che simboliche: multe da 168 a 679 euro, e per i recidivi è prevista addirittura la sospensione della patente da 15 a 30 giorni. Un vero e proprio giro di vite, che mette in gioco non solo la libertà di movimento, ma anche la sostenibilità economica di molte realtà locali.

Per evitare che il blocco delle auto diesel  Euro 5 si trasformi in una ghigliottina sociale, le regioni hanno messo sul piatto una soluzione di compromesso: il programma Move-In. Si tratta di un sistema intelligente che permette, tramite l’installazione di un dispositivo di monitoraggio, di percorrere un numero limitato di chilometri anche nelle aree soggette a restrizioni. Una sorta di “bonus mobilità” che cerca di venire incontro alle esigenze di chi, per lavoro o necessità, non può rinunciare all’auto, ma allo stesso tempo vuole rispettare le nuove regole. Non è una sanatoria, ma una valvola di sfogo che, se ben gestita, potrebbe aiutare a evitare il tracollo di interi settori economici.

La sfida che si apre con il blocco delle auto diesel Euro 5 è una delle più delicate degli ultimi anni. Da una parte c’è l’esigenza, non più rinviabile, di abbattere le emissioni di PM10 e di allinearsi agli standard europei. Dall’altra, la necessità di tutelare il tessuto sociale ed economico di un’area tra le più dinamiche del Paese. Il programma Move-In rappresenta un tentativo di trovare un punto di equilibrio, ma la partita è tutt’altro che chiusa. Il confronto tra esigenze ambientali e sostenibilità economica, in un contesto segnato dalle sfide del Green Deal, sarà il vero banco di prova per la politica italiana nei prossimi anni. Solo il tempo dirà se la strada imboccata porterà davvero verso un futuro più pulito e vivibile, o se si rivelerà un percorso a ostacoli, disseminato di difficoltà e tensioni.

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