Perché le arance costano di più?
A cosa è legato l'aumento del prezzo delle arance in Italia? Scopri le cause e le conseguenze di questa situazione.
Non serve essere degli esperti del settore per accorgersi che qualcosa, quest’anno, non torna nel mondo delle arance. La situazione è lampante: il prezzo delle arance ha raggiunto livelli che solo pochi anni fa sarebbero sembrati fantascienza, spingendo consumatori e produttori in un vero e proprio vicolo cieco.
A dettare il ritmo di questa crisi è una parola che ormai fa tremare i polsi a chiunque abbia un piede in campagna: siccità. Un nemico silenzioso, che si insinua tra i filari, lasciando dietro di sé campi assetati e raccolti ridotti all’osso.
I dati parlano chiaro: la produzione arance in Italia ha subito una flessione pesantissima, passando da 800.000 a 660.000 tonnellate, una discesa che sembra non avere freni e che rischia di lasciare un segno indelebile nel tessuto produttivo del nostro Paese.Non si tratta solo di una questione locale. A livello globale, la produzione ha registrato un calo dell’1,5%, toccando quota 45,2 milioni di tonnellate.
Basta fare due conti per capire quanto la situazione sia insostenibile. I costi di produzione viaggiano intorno ai 50 centesimi al chilo, ma il mercato – spietato come non mai – a volte offre appena 30 centesimi.
Le cause dell’aumento del prezzo delle arance
Ma come spesso accade, le difficoltà non arrivano mai da sole. Se la siccità ha dato il colpo di grazia, ci hanno pensato anche le malattie a complicare ulteriormente le cose. Negli Stati Uniti, il famigerato “citrus greening” – trasmesso dal psillide asiatico – ha trasformato frutti un tempo succosi in prodotti deformi e invendibili. In Florida, gli uragani del 2023 hanno fatto piazza pulita di interi agrumeti, mentre in Brasile lo stato di San Paolo ha registrato il raccolto più scarso degli ultimi 36 anni. Una sequenza di eventi che sembra uscita da un romanzo distopico, ma che invece è la cruda realtà.
E così, per tentare di tamponare la carenza di prodotto nazionale, il mercato si affida sempre più alle importazioni. Spagna, Tunisia e Marocco diventano i nuovi protagonisti sugli scaffali dei supermercati italiani, mentre la produzione locale fatica a reggere il passo. Un segnale inequivocabile di quanto il nostro settore sia fragile di fronte ai cambiamenti climatici e alle patologie che colpiscono le colture. In un contesto così complesso, le arance rischiano di diventare un bene di lusso, accessibile solo a pochi, mentre il mercato agrumicolo italiano si trova costretto a ripensare completamente le proprie strategie.
A questo punto, è inevitabile chiedersi: quale futuro ci aspetta? Se non si interviene con decisione, la produzione di arance rischia di ridursi ulteriormente, con effetti a catena su occupazione, economia e tradizione. La speranza è che le istituzioni sappiano cogliere il grido d’allarme che arriva dalle campagne e che si mettano in campo misure concrete per salvaguardare un settore che, da sempre, rappresenta un pilastro dell’agroalimentare italiano. Perché dietro ogni arancia c’è una storia fatta di fatica, passione e legame con la terra, un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere.
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