Agcom lancia l’allarme: la radio scompare dalle auto, cosa succede
Agcom ha lanciato l'allarme: la radio potrebbe scomparire dalle auto di oltre 26 milioni di italiani. Cosa sta succedendo veramente.
Il mondo dell’auto, si sa, non sta mai fermo. Ma quello che sta succedendo in questi mesi sulle nostre strade rischia di essere una vera e propria rivoluzione silenziosa, una di quelle che ti accorgi che è arrivata solo quando ormai è troppo tardi. Stiamo parlando dell’addio alla radio tradizionale per milioni di italiani: un cambiamento che potrebbe riscrivere il modo in cui viviamo la mobilità e, soprattutto, il nostro rapporto con l’informazione e l’intrattenimento in viaggio.
Fino a ieri, entrare in macchina e accendere la radio tradizionale era un gesto automatico, quasi rituale. Bastava premere un tasto, girare una manopola, e subito una voce amica ti accompagnava lungo il tragitto. Oggi, però, il panorama è ben diverso. Con l’avvento dei sistemi infotainment di ultima generazione il modo di interagire con la nostra auto si è trasformato radicalmente. Ora tutto passa da uno schermo, tra app, connessioni bluetooth e interfacce digitali che promettono il massimo della comodità, ma che, a conti fatti, rischiano di mettere in secondo piano proprio quella compagnia discreta e rassicurante della radio.
Addio alla radio in auto
La questione non è di poco conto: secondo le stime di Agcom, sarebbero circa 26 milioni di italiani a rischiare di perdere l’accesso facile alla radio nei propri veicoli. Un numero che fa riflettere, soprattutto se pensiamo che la radio, in Italia, è sempre stata molto più di un semplice sottofondo: è una finestra aperta sul mondo, un ponte tra chi guida e la realtà che scorre fuori dal finestrino. Ma con i nuovi sistemi infotainment, spesso la radio tradizionale viene relegata in secondo piano, se non addirittura eliminata del tutto, complice la scomparsa dei classici pulsanti fisici che rendeva tutto più immediato.
Non va poi dimenticato che il parco auto italiano è tra i più anziani d’Europa: l’età media delle nostre vetture supera i 12 anni e il mercato delle auto nuove non brilla certo per vitalità, con poco più di 1,3 milioni di immatricolazioni nel 2022, ben al di sotto delle medie storiche. Questo significa che la transizione verso la radio DAB+, la tecnologia digitale che dovrebbe traghettare la radiofonia nell’era moderna, procede a rilento. Molte auto nuove ancora oggi non montano di serie la radio DAB+, rallentando una trasformazione che, almeno sulla carta, dovrebbe essere già in corso.
In gioco c’è l’industria radiofonica
Il problema è che la posta in gioco è altissima, soprattutto per l’industria radiofonica. Le emittenti si trovano strette tra l’incudine delle piattaforme di streaming – che ormai offrono di tutto, dai podcast alla musica on demand – e il martello della progressiva scomparsa dei ricevitori tradizionali dalle automobili. Un mix che rischia di erodere il pubblico fedele, quello che da sempre ha scelto la radio come compagna di viaggio insostituibile. Non è un caso che proprio le aziende del settore stiano cercando soluzioni condivise, spingendo per una collaborazione più stretta con i costruttori di automobili, affinché le applicazioni radio trovino spazio stabile nei sistemi infotainment di nuova generazione.
La soluzione, forse, sta in un approccio che sappia coniugare tradizione e innovazione. Da un lato, è fondamentale che l’industria radiofonica non si limiti a subire il cambiamento, ma sappia guidarlo, investendo in tecnologie e servizi che parlino il linguaggio dei nuovi automobilisti. Dall’altro, le case automobilistiche e le autorità di regolamentazione, come l’Agcom, dovrebbero fare la loro parte per garantire che la radio continui ad avere un ruolo centrale nell’esperienza di guida, magari attraverso interventi normativi mirati e incentivi all’adozione della radio DAB+.
Insomma, la strada è tracciata, ma serve il contributo di tutti. Solo con una vera alleanza tra emittenti, costruttori e istituzioni sarà possibile mantenere viva quella magia che, da sempre, trasforma ogni viaggio in auto in un’occasione di scoperta, compagnia e libertà. Perché, in fondo, la radio tradizionale non è solo tecnologia: è una parte di noi, e merita di essere accompagnata verso il futuro senza perdere la sua anima.
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