Tasse, la mappa dell’Italia: ecco dove si paga di più
Scopri la mappa delle tasse in Italia conoscendo le regioni italiane con il carico fiscale più elevato e quelle con aliquote più basse.
Tasse: dove si paga di più? L’Italia fiscale è divisa in due, con differenze marcate tra Nord e Sud che riflettono e amplificano le disuguaglianze economiche del Paese. Il sistema tributario italiano si configura come un intricato mosaico di imposte distribuite su tre livelli: nazionale, regionale e comunale. La tassazione regionale, in particolare, gioca un ruolo determinante nel definire il carico fiscale complessivo dei cittadini, creando significative differenze territoriali.
Nel 2022, l’addizionale regionale IRPEF ha fruttato alle casse pubbliche 13,9 miliardi di euro, con un’aliquota media dell’1,61%. Tuttavia, questa media nasconde profonde disparità tra le diverse regioni.
Tasse in Italia: dove si paga di più
Lazio, Campania e Piemonte guidano la classifica delle regioni con la pressione fiscale più elevata. In altre parole, i contribuenti pagano più tasse.
Nel Lazio, i contribuenti con redditi superiori a 15.000 euro si trovano a fronteggiare un’aliquota del 3,33%. La Campania applica una tassazione progressiva che raggiunge il 3,33% per i redditi oltre i 50.000 euro, mentre il Piemonte segue uno schema simile con aliquote crescenti in base agli scaglioni di reddito.
Queste regioni, caratterizzate da tasse più alte, tendono a garantire una rete più ampia di servizi pubblici. Va considerato, inoltre, che il reddito medio più elevato e la presenza di contribuenti benestanti in queste aree contribuisce a spiegare il maggior gettito.
Le regioni fiscalmente più leggere
Sul versante opposto troviamo Basilicata, Sardegna e Valle d’Aosta, dove l’aliquota regionale è fissata uniformemente all’1,23%, senza distinzioni basate sul reddito. Anche il Friuli Venezia Giulia mantiene aliquote inferiori alla media nazionale, non superando l’1,23% neppure per i redditi più consistenti.
Questi territori si caratterizzano per un carico fiscale ridotto, ma generalmente offrono un ventaglio più ristretto di servizi pubblici rispetto alle regioni con prelievi maggiori. Il reddito medio dei contribuenti è tendenzialmente inferiore, con conseguente impatto sul gettito totale.
Un Paese diviso anche dalle tasse
Le disparità nel prelievo fiscale tra le regioni italiane rispecchiano i divari economici e sociali del Paese. Nel Settentrione, regioni come Lombardia e Provincia Autonoma di Bolzano registrano redditi medi più elevati e maggiore capacità contributiva. Nel Meridione, invece, regioni come la Calabria presentano redditi medi inferiori, influenzati da un’economia meno sviluppata e da una più diffusa evasione fiscale.
La situazione complessiva delle tasse evidenzia come il sistema fiscale italiano sia profondamente condizionato dalle caratteristiche socio-economiche dei territori, con importanti ripercussioni sulla distribuzione delle risorse pubbliche e sulla qualità dei servizi offerti.
Aliquote delle addizionali regionali e tasse locali
Le addizionali regionali IRPEF continueranno a rappresentare un elemento chiave del sistema fiscale italiano anche nel 2025. Le aliquote varieranno da regione a regione, con scaglioni che riflettono le diverse politiche fiscali territoriali. In Toscana e Umbria, l’aliquota per i redditi più elevati toccherà il 3,33%, mentre in altre regioni, come il Veneto, rimarrà stabile all’1,23%.
Oltre alle addizionali regionali, i contribuenti devono considerare ulteriori tasse locali, come le addizionali comunali, il ticket sanitario e il bollo auto, che incrementano ulteriormente il carico fiscale totale. Questo sistema complesso necessiterebbe di maggiore trasparenza e di una distribuzione più equa delle risorse, per garantire servizi pubblici di qualità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza.”
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