Fisco Incentivi fiscali e calcio: cosa cambia per i dirigenti rientrati in Italia

Incentivi fiscali e calcio: cosa cambia per i dirigenti rientrati in Italia

Si aggiornano anche gli incentivi fiscali legati al mondo del calcio: scopri cosa cambia per i dirigenti rientrati in Italia.

22 Maggio 2025 13:30

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente introdotto un importante chiarimento che potrebbe cambiare il panorama fiscale per i professionisti del mondo sportivo. Con la Risposta n. 138 del 2025, si apre una nuova strada per i dirigenti sportivi, includendoli nel regime agevolato per i lavoratori impatriati. Questo passo rappresenta una svolta significativa, specialmente per coloro che operano nel settore calcistico in ruoli manageriali, regolati dal CCNL Dirigenti Industria.

Il caso analizzato dall’Agenzia è emblematico: un cittadino straniero, assunto nel 2022 come Chief Football Officer da una società calcistica italiana, ha visto riconosciuta la possibilità di accedere al regime agevolato. L’aspetto determinante risiede nella natura del contratto di lavoro, inquadrato secondo la normativa civilistica ordinaria e non come rapporto sportivo professionistico, evitando così le limitazioni imposte dal comma 5-quater dell’articolo 16 del D.Lgs. 147/2015. Questa distinzione, sebbene tecnica, ha un impatto diretto sulla capacità di attrarre talenti manageriali internazionali.

Il regime agevolato offre un’aliquota ridotta al 30% sui redditi di lavoro dipendente per i lavoratori che soddisfano determinati requisiti: assenza di residenza fiscale in Italia nei due anni precedenti, impegno a mantenere la residenza per almeno due anni e svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente in Italia. Per il dirigente in questione, che ha trasferito la residenza entro il 31 dicembre 2023, l’accesso al regime si traduce in un risparmio fiscale notevole, che potrà essere formalizzato nella dichiarazione dei redditi 2024.

Cosa comporta il nuovo orientamento per i dirigenti sportivi

Il nuovo orientamento per i dirigenti sportivi non è solo una questione fiscale, ma una vera e propria strategia per rendere l’Italia più competitiva a livello internazionale. La possibilità di usufruire di vantaggi fiscali potrebbe attirare un numero crescente di professionisti di alto livello, desiderosi di contribuire al mondo dello sport italiano non solo dal punto di vista atletico, ma anche gestionale. Si tratta di un cambiamento che riflette una visione moderna e inclusiva del settore sportivo, in cui il talento manageriale è riconosciuto come elemento cruciale per il successo delle organizzazioni.

Non meno importante è il ruolo del CCNL Dirigenti Industria, che rappresenta il quadro normativo di riferimento per questi contratti. La sua applicazione in ambito sportivo, seppur non atletico, segna un punto di svolta nella definizione dei ruoli e delle competenze richieste ai dirigenti sportivi. Questo potrebbe portare a una maggiore professionalizzazione del settore, elevando gli standard di gestione e favorendo l’adozione di best practice internazionali.

L’interpello dell’Agenzia delle Entrate, quindi, non è solo un documento tecnico, ma un manifesto per un futuro in cui il mondo sportivo italiano si apre a nuove prospettive. Attraverso una corretta interpretazione delle normative esistenti, si possono creare opportunità inedite per chi desidera portare le proprie competenze in Italia, contribuendo a un settore in continua evoluzione.

In sintesi, questo chiarimento rappresenta una vittoria per i lavoratori impatriati e un incentivo per i dirigenti sportivi a scegliere l’Italia come luogo in cui sviluppare la propria carriera. È un passo avanti che non solo valorizza il talento manageriale, ma pone le basi per un’Italia più aperta, dinamica e attrattiva a livello globale.

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