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Swiss National Bank: la banca centrale svizzera è diventata l’hedge fund numero uno al mondo

24 Novembre 2017 13:15

La Swiss National Bank è diventata l’hedge fund numero uno al mondo. Parola di John Mauldin, tra gli esperti del degli hedge fund più ascoltati al mondo, fondatore del sito Mauldin Economics. Mauldin riprende la definizione dal suo collega Dennis Gartman, economista, con una lunga esperienza nel mercato dei capitali, ora presidente dell’Akron University Investment Committee. 

E’ Gartman che gli fa notare che, oltre a essere la banca centrale della Svizzera, “la Swiss National Bank è diventata uno dei principali hedge fund al mondo, se non il principale”. 

La genesi di questa metamorfosi è spiegata in modo puntuale:

“La trasformazione è iniziata diversi anni fa, quando la SNB giurò che avrebbe fatto il possibile, ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili, per indebolire il franco svizzero rispetto all’euro e al dollaro Usa. E così ha fatto, fino a poco fa, creando franchi svizzeri dal nulla, e vendendo quei franchi contro euro e dollari, per poi utilizzare quegli euro e dollari acquistati per comprare azioni e debiti europei e americani“.

Il risultato, spiega Gartman, è che “il bilancio della Swiss National Bank è pari a 813 miliardi di franchi svizzeri (e visto che c’è un rapporto ormai di parità tra la moneta elevetica e il dollaro, si può dire che 813 miliardi di franchi svizzeri siano quasi uguali a $813 miliardi), per un valore pari a quasi il 125% del Pil svizzero. A confronto, il bilancio della Federal Reserve ammonta a $4.500 trilioni ma rappresenta il 25% del Pil Usa. In altre parole, se si pensa che la Fed abbia adottato una politica espansionistica, si può dire che quella della SNB è decisamente esplosiva!”.

Interessante è notare la composizione del bilancio della banca centrale:

“Degli 813 miliardi di franchi, 760 miliardi di franchi sono strumenti finanziari, di cui 90 miliardi azioni. Gli altri 670 sono obbligazioni Usa e dell’Eurozona“.

E qui non c’è bisogno di virgolettare Gartman per immaginare l’impatto finanziario legato a una eventuale decisione della Banca centrale svizzera di smobilizzare questi asset. Il punto, però, è proprio questo:

“Il problema è che la SNB ha un’enorme difficoltà a liquidare questo massiccio portafoglio: questo perchè, tra gli effetti, ci sarebbe il balzo del franco svizzero, in concomitanza con la vendita dei debiti e delle azioni”. Proprio ciò che la banca è determinata a evitare.

Dunque? Per Gartman non c’è niente di illecito in quello che sta facendo la banca centrale svizzera. La sua strategia – spiega l’economista – è molto simile a quella della Bank of Japan, che acquista ETF in modo regolare, tanto da essere diventata tra i principali azionisti pubblici del Giappone. Piuttosto, per l’esperto questo è l’esempio di piano QE andato a finire molto male, visto che i suoi effetti saranno azzerati quando i prezzi dell’azionario crolleranno.

Mauldin a tal proposito fa notare che la banca centrale a oggi (precisamente nel giugno del 2017) detiene $80 miliardi di titoli Usa ed è esposta sull’azionario europeo per un valore stimato attorno a $20 miliardi. L’istituto, che dall’inizio dell’anno ha acquistato azioni Usa per $17 miliardi, è diventato l’ottavo maggiore azionista pubblico di Wall Street, e detiene (dati al 31 marzo) ben 19 milioni di titoli Apple.

Tra le sue principali scommesse sull’azionario, figurano anche Microsoft, Johnson&Johnson, Exxon Mobil, Amazon, Facebook, At&t e General Electric.

Tutto, pur di continuare a mantenere la promessa di fare il possibile per zavorrare il franco svizzero.

Non è certo la prima volta che Swiss National Bank catalizza l’attenzione di economisti e strategist. La banca centrale ha fatto parlare molto di sé proprio qualche mese fa, confermandosi tra i titoli più richiesti di quel momento. Tanto che l’FT ha dedicato alla storia un articolo, dal titolo “The mysterious rise in shares of the Swiss National Bank”, ovvero “il rialzo misterioso dei titoli della Swiss National Bank”.

 

 

(in fase di scrittura)