Notiziario Notizie Italia Rialzo tassi Bce e mutui: ecco cosa cambia

Rialzo tassi Bce e mutui: ecco cosa cambia

22 Luglio 2022 16:40

Erano 11 anni che la Bce non alzava i tassi. All’indomani della decisione di alzare il costo del denario di 50 punti base e porre fine all’era dei tassi (sui depositi) negativi, ci si interroga sugli effetti che tale mossa ha sulla vita di tutti i giorni.

Il primo contraccolpo riguarda chi ha un mutuo o intende richiederlo. Il tasso Euribor a tre mesi è destinato a crescere ulteriormente dopo che già settimana scorsa il tasso euribor a tre mesi era tornato in territorio positivo per la prima volta dal 2015. Questo va a impattare sui costi di chi ha un mutuo variabile e rende più oneroso accendere un mutuo, sia fisso che variabile. 

Non solo mutui

L’aumento dei tassi porterà anche ad un incremento dei costi di prestiti e finanziamenti in tutti i settori, dall’acquisto dell’auto a rate fino ai leasing, passando per arredamento, ristrutturazione casa, prestiti personali. 

Il Codacons sottolinea come la decisione della Bce determinerà effetti a cascata sul costo del denaro e ad un aggravio di spesa a carico dei consumatori. Oggi per un finanziamento legato all’acquisto di una auto nuova (12mila euro per 5 anni) si paga un tasso di interesse annuo (Tan) in media del 6,4% con una rata mensile di 236 euro, tasso che sale al 7,4% in caso di prestito legato alla ristrutturazione della casa (30mila in 10 anni, rata da 350 euro). Estremamente diversificati i tassi per un prestito da liquidità personale: per chiedere un finanziamento pari a 15mila euro da rimborsare in 5 anni, il tasso medio è del 6,6%, ma si arriva a pagare anche il 10,9%.

Banche e società di credito dovranno quindi alzare i tassi praticati ai propri clienti a causa dell’aumento del costo del denaro, e occorrerà verificare sul campo l’impatto delle decisioni della Bce che, in base alle elaborazioni Codacons, sui piccoli finanziamenti potrebbero determinare rincari non indifferenti.

Sul fronte dei mutui, il Codacons rimarca come nonostante il rialzo dei tassi Bce l’opzione del variabile rimane ad oggi la più conveniente:

–      per un mutuo da 200mila euro a 20 anni il miglior tasso variabile è oggi dello 0,80%, per una rata mensile da 886 euro, contro il 2,9% del fisso e una rata da 1.099 euro;

–      per un mutuo a 25 anni il miglior tasso variabile è dello 0,85% (rata da 725 euro) contro il 2,89% del fisso (rata da 937 euro);

–      per un mutuo a 30 anni il miglior tasso variabile è dello 0,90% (rata da 619 euro) contro il 2,94% del fisso (rata da 836 euro)

 

“Questo perché – analizza il Codacons – da inizio anno l’Irs, l’indice di riferimento dei mutui a tasso fisso, ha subito una impennata fino a 1,47 punti (Irs a 20 anni), contro un incremento che, nello stesso periodo, risulta dimezzato per l’Euribor, indice di riferimento dei mutui a tasso variabile (+0,72 punti)”.

Ciò porta oggi i tassi variabili a risultare più convenienti rispetto al fisso, e non a caso il settore dei finanziamenti ha subito sostanziali modifiche negli ultimi mesi, con i mutui a tasso variabile che rappresentano oggi il 35% del mercato contro il 5% di inizio anno.

 

 

 

Mutuo a 20 anni

Mutuo a 25 anni

Mutuo a 30 anni

Tasso variabile

0,80% (rata da 886 euro)

0,85% (rata da 725 euro)

0,90% (rata da 619 euro)

Tasso fisso

2,90% (rata da 1.099 euro)

2,89% (rata da 937 euro)

2,94% (rata da 836 euro)

 

 

 

3 gennaio 2022

21 luglio 2022

Variazione

Euribor 3 mesi

-0,57%

0,15%

+0,72

Irs 20 anni

0,60%

2,07%

+1,47

Irs 25 anni

0,57%

1,94%

+1,37

Irs 30 anni

0,53%

1,79%

+1,26

Fonte: elaborazioni Codacons