News Finanza Indici e quotazioni Wall Street: massima trepidazione nel Fed Day. Outlook tassi: ecco fino a dove saranno alzati

Wall Street: massima trepidazione nel Fed Day. Outlook tassi: ecco fino a dove saranno alzati

2 Novembre 2022 14:56

Wall Street debole nel Fed-Day, giorno in cui la banca centrale americana guidata da Jerome Powell farà il suo annuncio sui tassi. Prima dell’inizio della sessione, dal fronte macroeconomico Usa è stato reso noto che,

nel mese di ottobre, l’economia degli Stati Uniti ha creato 239.000 nuovi posti di lavoro nel settore privato, meglio dei 195.000 stimati dagli economisti intervistati da Dow Jones e in lieve accelerazione rispetto ai 192.000 nuovi posti di lavoro creati nel mese precedente. I salari, tra i parametri più importanti per monitorare il trend dell’inflazione, sono saliti su base annua del 7,7%, in calo di 0,1 punto percentuale rispetto a settembre. E’ quanto è emerso dal rapporto ADP National Employment Report.

Attesa a questo punto per la diffusione del report occupazionale Usa, che sarà diramato dopodomani, venerdì 4 novembre. Gli economisti prevedono una crescita di 205.000 unità, rispetto all’aumento di 263.000 buste paga del mese di settembre. Informazioni sulle condizioni di salute dell’economia americana sono arrivate anche con la pubblicazione dell’indice Ism manifatturiero che, nel mese di ottobre, ha confermato la propria fase di espansione, attestandosi a 50,2 punti, lievemente al di sopra dei 50 punti attesi dagli economisti di Dow Jones, ma in rallentamento di 0,9 punti percentuali rispetto a settembre. Dall’indice è emerso che il sottoindice dei prezzi è sceso di 5,1 punti a quota 46,6 punti, indicando lo smorzarsi delle pressioni inflazionistiche, fattore che potrebbe avallare le speranza di una Fed meno aggressiva sui tassi, nel meeting di dicembre. Sull’esito del meeting di oggi, gli analisti sono concordi nello stimare il quarto rialzo consecutivo dei tassi di 75 punti base da parte della banca centrale Usa.

Alle 14.45 ora italiana, il Dow Jones arretra di oltre 125 punti (-0,39%), lo S&P 500 arretra dello 0,41%, il Nasdaq scende dello 0,30%.

Ieri il Dow Jones Industrial Average ha perso 79,75 punti, o -0,24%, a 32.653,20 punti, mentre lo S&P 500 ha ceduto lo 0,41% a 3.856,10. Il Nasdaq Composite è arretrato dello 0,89% a 10.890,8 punti.

Così anticipa e commenta l’annuncio imminente sui tassi da parte della Fed François Rimeu, senior strategist di La Française AM:

“È ampiamente plausibile che il Federal Open Market Committee (FOMC) aumenterà i tassi per la quarta volta consecutiva di 75 punti base (bps) nella riunione del 2 novembre.Nello specifico:

1)il FOMC aumenterà i tassi di 75 punti base, portandoli a un range di 3,75%-4,00%. 2)Il presidente Powell non dovrebbe fornire indicazioni sull’entità del rialzo a dicembre per mantenere aperte tutte le opzioni prima del rapporto sull’inflazione statunitense di ottobre. 3)Le decisioni sul ritmo dei rialzi dovrebbero continuare a dipendere dai dati in arrivo e dall’evoluzione delle prospettive. 4) Powell non dovrebbe escludere tassi terminali maggiori per combattere l’inflazione”

“Tuttavia – continua il senior strategist di La Francaise – alla luce dei recenti commenti della Fed e del fatto che i tassi sui federal fund si muovono in territorio restrittivo, la banca centrale potrebbe considerare rialzi dei tassi meno aggressivi in futuro, al fine di valutare gli effetti cumulativi degli interventi messi in campo sull’attività economica e sull’inflazione”. Viene ricordato che “Powell discuterà della liquidità dei titoli di Stato durante la conferenza stampa, tenuto conto del potenziale programma di buyback sostenuto dal Segretario al Tesoro Janet Yellen”.

“Nel complesso – conclude lo strategist – riteniamo che la Fed manterrà la sua politica restrittiva fino a quando le pressioni inflazionistiche non rallenteranno in modo evidente. Tuttavia, ci aspettiamo che il Presidente Powell decida per un inasprimento più graduale invece di anticipare i rialzi dei tassi. Questa riunione potrebbe portare anche a un modesto irrigidimento della curva dei tassi d’interesse statunitensi”.

Qualche giorno fa un outlook su ciò che farà la Fed di Jerome Powell è arrivato dagli economisti di Goldman Sachs guidati da Jan Hatzius: gli esperti prevedono un picco, per i tassi Usa, pari al 5%, dopo aver già rivisto al rialzo le stime su cosa annuncerà la banca centrale Usa oggi, prevedendo anch’essi una stretta di 75 punti base.

Gli stessi hanno rivisto ulteriormente al rialzo, di 25 punti base, anche l’outlook sulle prossime strette monetarie: ora Goldman Sachs prevede una stretta di 50 punti base a dicembre, di 25 punti base a febbraio, e di altri 25 punti base a marzo.

Goldman Sachs ha motivato la sua nuova view con l’impressione che l’inflazione Usa rimarrà ancora troppo alta, rispetto al target della Fed pari al 2%.

Con la quarta stretta consecutiva di 75 pb, la Fed si appresta oggi ad alzare i tassi dall’attuale range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%.

In attesa dell’annuncio della Fed, i tassi dei titoli di stato Usa a dieci anni rallentano al 4,046% mentre quelli a due anni, più sensibili alle decisioni di politica monetaria,

sono poco mossi, in lieve rialzo, al 4,549%.

Tra i titoli, occhio al disastro Amazon a Wall Street, a ulteriore dimostrazione di come per le Big Tech Usa, a parte qualche eccezione, i tempi d’oro siano ormai un lontano ricordo. Amazon esce dal $1 trillion club: la sua capitalizzazione di mercato scivola sotto quota $1 trilione. La soglia è stata bucata ieri, con il sell off che ha portato il titolo del colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos a capitolare del 5,9%, scendendo per la quinta seduta consecutiva e crollando al valore minimo dall’aprile del 2020.

Il titolo AMZN viaggia poco al di sopra della parità nella sessione odierna.

Attenzione anche al colosso americano AMD che ieri, dopo la fine della giornata a Wall Street, ha annunciato di aver concluso il terzo trimestre dell’anno con utili e una guidance inferiori alle attese del consensus degli analisti.

Il titolo sale tuttavia di quasi il 7%, dopo che il produttore di semiconduttori ha indicato di ritenere che la sua divisione di chip per sever crescerà nei prossimi trimestri.

Il fatturato di AMD è salito su base annua del 29% nel terzo trimestre fiscale terminato il 24 settembre, attestandosi a $5,57 miliardi, livello inferiore ai $5,62 miliardi attesi dagli analisti. L’utile netto è crollato del 93% a $66 milioni, principalmente a causa dell’acquisizione, da parte di Advanced Micro Devices, di Xilinx, avvenuta per un valore di $49 miliardi. L’utile per azione adjusted si è attestato a 67 centesimi, lievemente peggio dei 68 centesimi stimati dal consensus.

Per l’intero anno, AMD ha reso noto di prevedere un fatturato di $23,5 miliardi, in calo rispetto ai $26,3 miliardi che il gruppo aveva detto di stimare nel mese di agosto, e peggio dei $23,88 miliardi attesi dagli analisti.

AMD ha rivisto al ribasso l’outlook sul margine lordo adjusted dell’intero anno dal 54% atteso ad agosto al 52%.