Usa: nuovi dati avallano paura inflazione-tassi Fed. Occhio a richieste sussidi e balzo costo unitario lavoro
Dal fronte macro degli Stati Uniti, sono arrivati oggi due nuovi dati che hanno confermato sia la solidità del mercato del lavoro che la crescita robusta dell’inflazione.
Rese note le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che sono scese di 2.000 unità, dalle 192.000 della scorsa settimana a quota 190.000. La media mobile in quattro settimane è stata pari a 193.000, al di sopra dei 191.250 precedenti.
Il numero dei lavoratori americani che continuano a percepire i sussidi di disoccupazione è sceso ulteriormente, a 1,655 milioni, rispetto agli 1,660 milioni della settimana precedente e contro gli 1,665 milioni previsti.
Reso noto anche il costo unitario del lavoro Usa del quarto trimestre del 2022, che ha accelerato in modo sostenuto il passo, avallando i timori legati all’inflazione e dunque al rischio che la Fed di Jerome Powell alzi i tassi in modo più aggressivo.
Il costo unitario del lavoro è balzato del 3,2% rispetto alla crescita dell’1,6% attesa.
La revisione al rialzo è stata decisamente importante, visto che il dato preliminare aveva indicato un aumento dell’1,1%, rispetto alla crescita del 2% del terzo trimestre.
Il tasso di crescita della produttività Usa è stato pari nell’ultimo trimestre del 2022 a +1,7%, in forte rallentamento rispetto al +3% preliminare e al +2,6% atteso.