News Finanza Dati Macroeconomici UE: recessione evitata, ma venti contrari persistono. Inflazione in calo

UE: recessione evitata, ma venti contrari persistono. Inflazione in calo

13 Febbraio 2023 10:49

Dopo il picco del 2022, l’inflazione si ridurrà nell’orizzonte di previsione dice la Commissione Ue. “Tre mesi consecutivi di moderazione dell’inflazione complessiva indicano che il picco è ormai alle spalle, come anticipato nelle previsioni d’autunno” si legge nelle previsioni economiche invernali. Dopo aver raggiunto il massimo storico del 10,6% in ottobre, l’inflazione è diminuita e la stima flash di gennaio è scesa all’8,5% nell’area dell’euro. Il calo è stato determinato principalmente dalla diminuzione dell’inflazione energetica, mentre l’inflazione di fondo non ha ancora raggiunto il suo picco.

Le previsioni sull’inflazione sono state riviste leggermente al ribasso rispetto all’autunno, riflettendo principalmente gli sviluppi del mercato energetico. L’inflazione globale dovrebbe scendere dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nell’UE. Nell’area dell’euro, si prevede una decelerazione dall’8,4% nel 2022 al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024. “Sebbene l’incertezza sulle previsioni rimanga elevata, i rischi per la crescita sono sostanzialmente bilanciati. La domanda interna potrebbe risultare più elevata del previsto se i recenti cali dei prezzi del gas all’ingrosso si trasmetteranno con maggiore forza ai prezzi al consumo e se i consumi si dimostreranno più resistenti. Tuttavia, non si può escludere una potenziale inversione del calo nel contesto delle continue tensioni geopolitiche. Anche la domanda esterna potrebbe rivelarsi più robusta dopo la riapertura della Cina, il che potrebbe tuttavia alimentare l’inflazione globale”. “I rischi per l’inflazione rimangono in gran parte legati agli sviluppi dei mercati energetici, rispecchiando alcuni dei rischi identificati per la crescita. Soprattutto nel 2024, prevalgono i rischi di rialzo dell’inflazione, in quanto le pressioni sui prezzi potrebbero rivelarsi più ampie e radicate del previsto se la crescita dei salari dovesse attestarsi su tassi superiori alla media per un periodo prolungato”.