Fisco Tasse e imposte Contestare una multa già pagata: quando è possibile e come fare

Contestare una multa già pagata: quando è possibile e come fare

Multa già pagata? Scopri come richiedere annullamento o rimborso in caso di errori o notifica tardiva. Guida completa su autotutela e procedure.

20 Luglio 2025 15:30

Molti automobilisti pensano che, una volta pagata una sanzione stradale, non ci sia più nulla da fare. Eppure, la possibilità di contestare multa già pagata esiste e spesso può portare a risultati favorevoli. Questa pratica si rivela preziosa quando emergono elementi che smentiscono o ridimensionano la violazione contestata.

In particolare, se ci si accorge di dati inesatti o di tempistiche di comunicazione non regolari, è bene informarsi sulle opzioni disponibili. Capita infatti di pagare per evitare maggiorazioni o procedure esecutive, ma in caso di vizi di forma o di sostanza il cittadino conserva il diritto di reagire. Uno dei mezzi più efficaci è il ricorso in autotutela, che permette di ottenere correzioni o rettifiche direttamente da parte dell’ente emittente.

Quando ricorrere all’annullamento e al rimborso

Un aspetto spesso trascurato riguarda l’eventuale annullamento della pena pecuniaria e il conseguente rimborso dell’importo già versato. Questa soluzione interviene in presenza di vizi tali da rendere inesistente o irregolare la notifica, oppure se le errori evidenti compromettano la legittimità stessa del provvedimento.

Ad esempio, una sanzione recapitata due volte per la stessa infrazione, oppure emessa con un’identità anagrafica errata, va tempestivamente segnalata. Nel caso di veicolo non corrispondente alle generalità indicate, l’anomalia può emergere a distanza di settimane e lascia il soggetto ingiustamente penalizzato con un’unica via d’uscita: richiedere che l’ente rimuova l’errore, annulli il verbale e restituisca la somma corrisposta.

Come riconoscere la notifica tardiva

La notifica tardiva è un altro elemento cruciale di cui tener conto. La legge stabilisce che il verbale deve essere notificato entro 90 giorni dalla rilevazione dell’infrazione. Se i termini superano questa soglia, il destinatario può chiedere l’annullamento, anche se l’importo risulta già corrisposto.

In tali circostanze, diventa fondamentale documentare con precisione la data di ricezione della sanzione. Una volta riscontrato il ritardo, il ricorso in autotutela può sbloccare la situazione, attivando un processo che spesso si conclude con l’accoglimento dell’istanza.

A chi rivolgersi e come procedere

Per completare la procedura, occorre inviare un’istanza all’ufficio competente, che di solito coincide con la polizia municipale o la polizia stradale. È consigliabile allegare tutta la documentazione necessaria a dimostrare l’irregolarità, menzionando con precisione gli elementi a sostegno della posizione del ricorrente.

Nella richiesta, è utile sottolineare ogni passaggio che certifichi eventuali incongruenze o confermi le tempistiche di invio. Pur non essendo obbligata a rispondere, l’amministrazione può comunque prendere atto dei riscontri fattuali e procedere con la revoca della sanzione, qualora ravvisi fondati motivi di illegittimità. In tal modo, anche se la sanzione è stata onorata, il cittadino potrebbe recuperare la somma e ottenere giustizia in tempi relativamente brevi.

Se vuoi aggiornamenti su Fisco inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.