Nuova sanatoria: rate fino a 10 anni e requisiti ISEE
Scopri tutte le novità sulla rottamazione-quinquies: rateizzazione fino a 10 anni, esclusioni, requisiti ISEE e impatto sulle finanze pubbliche.
Fonte immagine: Finanza.com
Da alcuni giorni, l’attenzione degli esperti di finanza è concentrata sulla rottamazione quinquies, una proposta di sanatoria fiscale che sta prendendo forma in seno alla Legge di Bilancio 2026. L’idea alla base è di fornire una nuova finestra temporale e condizioni più flessibili per coloro che hanno difficoltà ad allinearsi con il Fisco.
Questo strumento, inserito all’interno delle politiche volte a sostenere le finanze pubbliche, punta a rinnovare il rapporto tra contribuente e amministrazione, alleviando il peso dei debiti pregressi con piani di rientro più lunghi e maggiore tolleranza sui ritardi. A preoccupare, però, sono gli effetti di lungo periodo, sia in termini di incentivi comportamentali sia per il possibile impatto sugli equilibri di cassa.
Una scadenza irripetibile per i debiti fiscali
I contribuenti che decidono di regolarizzare i propri debiti fiscali vedono all’orizzonte un quadro di rateizzazione diluito fino a dieci anni, con oltre 120 rate mensili. Questa soluzione non prevede una maxi-rata iniziale e concede fino a otto rate non pagate, anche non consecutive, prima di decadere dai benefici.
Tale flessibilità potrebbe agevolare chi è in ritardo con i versamenti da molti anni: i debiti affidati alla riscossione tra l’inizio del 2000 e la fine del 2023 potrebbero finalmente trovare uno sbocco sostenibile, garantendo, al contempo, ossigeno a coloro che faticano a sbloccare disponibilità economiche nell’immediato.
La personalizzazione basata sull’ISEE
Un elemento che caratterizza l’approccio attuale è la possibile introduzione di piani commisurati all’ISEE, opzione che renderebbe il meccanismo più mirato, consentendo all’amministrazione di stabilire modalità di versamento in linea con la reale capacità contributiva.
Oltre a evitare disparità tra contribuenti, questa misura punta anche a indirizzare il ricorso alla rottamazione solo a chi ne ha un effettivo bisogno. Permettere un dilazionamento su misura scongiura il rischio che i tempi dilatati diventino un escamotage per posticipare all’infinito i versamenti. Tuttavia, resta da valutare come tali programmi andranno a integrarsi con altre forme di sostegno già esistenti, in modo da non sovrapporsi a misure più restrittive.
Criticità e implicazioni future
A preoccupare alcuni osservatori sono i potenziali contraccolpi sulla certezza del diritto e sul rischio di far passare il messaggio che i debiti si possano sanare con facilità. Restano escluse varie fattispecie, tra cui gli aiuti di Stato giudicati incompatibili dall’Europa, le sanzioni penali e le decisioni definitive emesse dalla Corte dei Conti.
Tuttavia, la riproposizione ciclica di regimi favorevoli potrebbe ingenerare un’aspettativa di future opportunità simili, creando una sorta di spirale in cui si tende a rimandare la regolarizzazione. Il delicato equilibrio tra effettiva riscossione e percezione di equità dovrà quindi essere oggetto di costante monitoraggio, affinché il beneficio fiscale non si tramuti in un boomerang per lo Stato e per il senso di responsabilità collettiva.
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