Fisco Dichiarazioni Il testamento di Giorgio Armani: la Fondazione al centro dell’eredità miliardaria

Il testamento di Giorgio Armani: la Fondazione al centro dell’eredità miliardaria

Il testamento di Giorgio Armani affida il controllo del gruppo alla Fondazione, tutela gli eredi e prevede la vendita graduale delle quote.

18 Settembre 2025 11:06

La scomparsa di Giorgio Armani all’età di 91 anni ha suscitato notevole attenzione per la sua straordinaria capacità di pianificare ogni dettaglio, compresa la complessa eredità legata a uno dei gruppi più apprezzati della moda italiana.

L’interpretazione dei suoi due testamenti redatti nei mesi precedenti rivela un meccanismo rigorosamente studiato, volto a tutelare l’integrità del marchio e a evitare qualsiasi frammentazione: un gesto di straordinaria lungimiranza imprenditoriale.

Gli osservatori si sono soffermati in particolare sulla suddivisione dei diritti di voto, sull’eventuale ingresso di nuovi investitori e sulla struttura stessa del patrimonio, quantificato in una cifra compresa tra 9,4 e 12 miliardi di dollari.

Il testamento di Giorgio Armani: piano successorio e tutela del brand

Elemento cruciale della strategia di continuazione è la Fondazione Giorgio Armani, istituita nel 2016 e designata come principale erede della società Giorgio Armani S.p.A. Questo ente, beneficiando di obiettivi di utilità sociale, gode di specifici vantaggi fiscali, tra cui l’esenzione dalle imposte di successione sulle quote trasferite.

Parte integrante del disegno complessivo è la suddivisione dei diritti di comando: Pantaleo Dell’Orco, figura di spicco per la visione strategica, detiene la quota più alta, mentre quote minori ma comunque significative sono state riservate a familiari e collaboratori chiave.

Il piano contempla anche la ripartizione di varie partecipazioni finanziarie, fra cui un importante pacchetto di titoli della EssilorLuxottica, la cui valorizzazione tocca cifre di assoluto rilievo.

Ingresso di partner internazionali

La cessione di una porzione di quote, destinata a raggiungere fino al 54,9% entro un quinquennio, punta a introdurre alleati strategici quali LVMH o grandi colossi del settore beauty, rispecchiando il desiderio di mantenere alta l’attenzione e la competitività dell’azienda.

È stato previsto un primo collocamento del 15% entro 18 mesi, selezionando gruppi in linea con il prestigio del marchio. Questa operazione, seppure graduale, riflette la volontà di conservare la familiarità con la cultura aziendale: la presenza decisiva della Fondazione, che conterrà almeno il 30% delle quote, assicura stabilità e continuità. Ancora, non si esclude un’eventuale IPO che permetta di ampliare ulteriormente l’orizzonte internazionale del brand.

Ricadute fiscali e visione futura

Dal punto di vista tributario, la scelta di assegnare la maggioranza delle quote alla Fondazione presenta un evidente vantaggio, poiché consente di ridurre l’onere fiscale sfruttando gli scopi benefici dell’ente. Al contempo, la redistribuzione degli immobili di Giorgio Armani tra gli eredi prevede un’imposizione calcolata sul valore catastale: una soluzione che mira a preservare i capitali accumulati in decenni di attività.

Grazie a questa programmazione, il marchio Armani rimane protetto da eventuali dispersioni e mantiene intatta l’immagine di eccellenza. In questo modo, la famiglia e la Fondazione gestiranno con equilibrio tutte le risorse, assicurando la longevità di un nome che da sempre incarna qualità, stile e passione. L’eredità di Armani, quindi, non è soltanto materiale ma anche culturale, in grado di ispirare nuove generazioni di creativi e imprenditori.

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