Nuovo ISEE in arrivo: cosa cambia per chi ha una casa e un reddito medio
Cambia il modo di calcolare l’ISEE: più vantaggi per famiglie numerose e proprietari di casa. Come funziona e cosa prevede la riforma 2026.
Fonte immagine: Finanza.com
La recente rivoluzione nel calcolo dell’ISEE sembra destinata a ridefinire gli equilibri di molte famiglie italiane. Con l’introduzione di una franchigia più ampia sulla prima casa e un nuovo approccio nel considerare il patrimonio immobiliare, si prospetta una significativa semplificazione nell’accesso alle prestazioni.
Questa novità mira a sostenere le famiglie con redditi medio-bassi, offrendo loro un percorso più agile per ottenere i benefici di cui necessitano. Eppure, nonostante la promessa di trasparenza e maggiore equità, permane qualche perplessità riguardo ai tempi e alle risorse da destinare, vista la crescente pressione sui bilanci statali.
Un nuovo calcolo su misura
Con l’elevamento della franchigia a 91.500 euro, i nuclei familiari potranno escludere dal computo del proprio patrimonio gran parte del valore immobiliare, rendendo l’operazione decisamente più vantaggiosa. Il meccanismo parte dalla rendita catastale, che viene moltiplicata per 168; successivamente si sottraggono 2.500 euro per ogni figlio oltre il primo, si applica la franchigia potenziata e, infine, si detrae l’eventuale mutuo residuo.
Sommando poi solo una parte del risultato, in linea con le regole di riduzione ai due terzi, diventa possibile ottenere una stima più accurata e meno onerosa. Questo sistema intende offrire agevolazioni calibrate ai gruppi familiari, premiando quei contesti in cui i costi di mantenimento di figli e abitazione risultano particolarmente gravosi.
Verso una nuova struttura familiare
Dal 2026, verrà introdotta una nuova scala di equivalenza, pensata per valorizzare il peso delle famiglie numerose. Si va dall’unità per nuclei monoparentali fino a un coefficiente di 2,46 per famiglie con quattro componenti. Non mancano maggiorazioni aggiuntive per situazioni particolari, come quando entrambi i genitori lavorano o sono presenti persone con disabilità.
In questo modo, si punta a rafforzare ulteriormente la tutela dei nuclei più deboli, rendendo l’accesso ai benefit più calibrato. È evidente come la revisione dei parametri risponda all’esigenza di riconoscere una maggiore complessità economica nelle famiglie numerose, promuovendo una logica di reale inclusione.
Implicazioni su Assegno Unico e bilancio statale
L’ampio coinvolgimento di categorie che potrebbero beneficiare del nuovo sistema influenza direttamente l’Assegno Unico, strumento cardine di supporto per i figli. L’attenzione si concentra sull’impatto che la misura avrà sulla spesa pubblica, stimata in un incremento che potrebbe passare dai 15,12 miliardi previsti a circa 18 miliardi nei prossimi anni.
Questa crescita obbliga il Governo a valutare meticolosamente le risorse da destinare, tenendo conto di altre voci di bilancio già fissate. Benché l’obiettivo sia senza dubbio quello di dare ossigeno economico a chi ne ha più bisogno, il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità di implementare le riforme in tempi adeguati, senza compromettere la sostenibilità finanziaria.
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