Fisco Debito pubblico da record in Italia, ma ci sono buone notizie

Debito pubblico da record in Italia, ma ci sono buone notizie

Il debito pubblico italiano supera i 3.000 miliardi e restano criticità nella riscossione, ma crescono le entrate fiscali.

16 Agosto 2025 13:30

Sebbene l’Italia abbia conosciuto fasi di consolidamento economico in passato, negli ultimi mesi del 2024 il suo debito pubblico ha oltrepassato una soglia che pochi analisti avrebbero ritenuto possibile solo qualche anno fa.

L’ammontare complessivo ha toccato i tremila miliardi di euro, segnando un picco inedito nella storia finanziaria del Paese. Questo incremento si riflette non soltanto nelle maggiori spese sostenute dalle amministrazioni, ma anche in un fabbisogno più ampio, che ha contribuito a gonfiare le riserve del Tesoro.

Tuttavia, nel mezzo di questo scenario, si registrano sviluppi incoraggianti su altri fronti, che potrebbero rivelarsi fondamentali per preservare gli equilibri macroeconomici.

Crescita del debito pubblico e nuove prospettive

L’andamento al rialzo del debito pubblico non è un mero problema di risorse da reperire sul mercato. Colpisce in profondità l’assetto delle politiche nazionali, imponendo una riflessione su come incanalare le risorse pubbliche.

Da un lato, la pressione delle agenzie di rating spinge le istituzioni a rafforzare le proprie strategie di contenimento; dall’altro, si affacciano nuove opportunità di ripensare il quadro normativo per stimolare la crescita.

In tal senso, l’aumento delle entrate fiscali gioca un ruolo decisivo, suggerendo che una visione lungimirante e un maggiore controllo sul gettito possano fare la differenza nel medio termine. È cruciale, inoltre, continuare a monitorare con attenzione il trend dei rendimenti sui titoli di Stato, per evitare bruschi aggiustamenti in fasi di mercato sfavorevoli.

Lotta all’evasione e fedeltà fiscale

Uno dei dati più incoraggianti riguarda l’efficacia delle azioni contro l’evasione fiscale. La riscossione ha registrato cifre record, con un recupero di somme mai viste prima. Quasi l’80% di questi risultati deriva da operazioni di accertamento e contenzioso, mentre il restante affluisce dalle cosiddette entrate “spontanee”.

Questa tendenza riflette una maggiore fedeltà fiscale da parte dei contribuenti, un segnale prezioso della bontà delle misure adottate. Rimane, tuttavia, l’enorme magazzino della riscossione, arrivato a sfiorare livelli impressionanti a gennaio 2025.

Il fatto che il 60% dei contribuenti debitori presenti pendenze ripetute, anche su più annualità, indica che serviranno strategie mirate per evitare che il debito pubblico si aggravi ulteriormente.

Rientra in questo disegno la necessità di ripensare alcuni strumenti fiscali, tra cui l’abolizione della flat tax per i lavoratori autonomi, così da garantire un carico impositivo più equilibrato. In parallelo, la sostenibilità delle finanze pubbliche passa anche dal mantenere vivo il percorso di riforme strutturali e dalla capacità di cogliere eventuali opportunità offerte dai mercati esteri. Nulla, tuttavia, appare più determinante dell’implementare politiche coerenti e tempestive, capaci di tradurre in risultati tangibili le buone intenzioni espresse finora e così abbassare il debito pubblico.

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