Bollette luce e gas: perché i prezzi restano alti
Scopri perché le bollette energetiche in Italia restano volatili e costose con prezzi sempre più alti in Italia.
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In un contesto di bollette di luce e gas sempre più pesanti, la volatilità pare aver colpito inesorabilmente il mercato italiano, che sperimenta continue oscillazioni dei costi. Numerose imprese guardano con apprensione agli approvvigionamenti di GNL statunitense, ora fonte cruciale per il nostro Paese, ma spesso caratterizzati da oneri di trasporto e rigassificazione non trascurabili.
L’abbandono delle forniture russe e il consolidamento dell’Algeria come primo fornitore (34% del fabbisogno nazionale) hanno generato un nuovo equilibrio energetico, ma i prezzi restano ben al di sopra dei livelli di qualche anno fa.
Nel frattempo, l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea offre scenari di importazioni più ampie, sebbene il costo finale della materia prima continui a gravare su famiglie e aziende. L’energia elettrica prodotta nel 2024, alimentata al 65% da centrali a gas, ha reso ancora più evidente come la spesa energetica resti un fattore determinante per la competitività industriale.
Bollette luce e gas: uno strumento per ridurre i costi
Per tentare di limitare i costi delle bollette di luce e gas, il governo ha introdotto Energy Release, un programma ideato per vendere energia a un prezzo calmierato e alleggerire il peso delle forniture.
Tuttavia, dopo le osservazioni della Commissione Europea, il decreto è stato rivisto, prevedendo la restituzione economica di parte del vantaggio ricevuto. Tale revisione ha di fatto ridotto l’attrattiva iniziale, inducendo le imprese a riconsiderare la propria strategia di approvvigionamento.
Mentre si attende il via libera della Corte dei Conti, si moltiplicano i dibattiti sul reale impatto di questo meccanismo, soprattutto per i settori industriali che fanno un uso massiccio di energia.
Riferimenti con i mercati internazionali
La dinamica dei prezzi trova un punto di confronto nei listini americani e in quelli europei. Sebbene il Henry Hub abbia storicamente offerto un costo competitivo, i necessari passaggi di liquefazione e trasporto hanno annullato il potenziale vantaggio, allineando il valore finale al TTF Amsterdam.
Quest’ultimo, a circa 33 euro per megawattora, rappresenta un benchmark per buona parte del commercio europeo. Nel merito, gli addetti ai lavori sottolineano come i costi di importazione incidano sensibilmente sulle bollette di luce e gas. Rimane fondamentale monitorare costantemente le fluttuazioni per orientare scelte e strategie.
Un futuro all’insegna della cautela
Le aziende guardano con interesse alle prossime misure che il Ministero Ambiente potrebbe varare per sostenere le aziende energivore e promuovere una transizione più equilibrata verso fonti pulite. Nel frattempo, i margini di risparmio sembrano ancora legati alla capacità di valutare attentamente contratti di fornitura a lungo termine, e all’eventuale potenziamento dell’infrastruttura energetica interna.
Gli osservatori ritengono che solo un mix di interventi legislativi e investimenti mirati potrà davvero garantire maggiore stabilità, alleggerendo il carico sulle imprese e, di riflesso, il costo delle bollette di luce e gas per i consumatori. Resta da capire quanto rapidamente il tessuto produttivo saprà adattarsi a condizioni di mercato in perenne trasformazione, in attesa di strumenti più incisivi per affrontare i continui rialzi che appaiono sempre dietro l’angolo.
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