Finanza Tassi Bce: quanto scende la rata del mutuo variabile con un taglio di 25 punti base

Tassi Bce: quanto scende la rata del mutuo variabile con un taglio di 25 punti base

4 Marzo 2025 14:21

Il prossimo  6 marzo la Bce si riunirà per la seconda riunione del 2025, in cui dovrebbe tagliare nuovamente i tassi di interesse. Il mercato seguirà da vicino la conferenza di Christine Lagarde, presidente Bce, a caccia di indizi per le prossime mosse e sui prossimi tagli.

Lo scenario resta complesso e l’ago della bilancia si chiama Trump, con in primo piano i dazi voluti dal presidente degli Stati Uniti, dal Messico alla Cina fino all’Unione europea. L’incertezza regna sovrana considerando anche la difficile situazione geopolitica scaturita dalla guerra in Ucraina con gli USA che hanno deciso lo stop immediato di aiuti militari a Kyev e l’Ue che fa blocco preparando un piano di riarmo da 800 miliardi di euro, come annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

La domanda che circola è: cosa farà la Banca centrale europea dopo la riunione di giovedì 6 marzo

Preview Bce: le attese degli analisti

Partiamo dalle attese per questo meeting, durante il quale la Bce dovrebbe tagliare i tassi per la sesta volta (da giugno 2024). Secondo Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco, “dall’ottobre dello scorso anno la BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base a ogni riunione e – continua l’esperto – ci aspettiamo che la banca centrale mantenga questa traiettoria nella prossima riunione del 6 marzo.

“I tagli dei tassi sono stati resi possibili da una combinazione di rallentamento dell’inflazione e crescita debole. Prevediamo che queste condizioni perdureranno. I dati sull’inflazione di gennaio hanno superato le aspettative al 2,5%, ma ciò non dovrebbe modificare troppo le prospettive per i tassi della Bce. L’aumento è stato contenuto e si prevede che l’inflazione tornerà all’obiettivo del 2% entro la fine dell’anno. I recenti dati sulla crescita dell’area dell’euro hanno confermato per lo più la debolezza della situazione. La crescita del PIL nel quarto trimestre è stata inferiore alle aspettative, pari allo 0,1% trimestre/trimestre”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO secondo cui alla riunione di questo giovedì, “ci aspettiamo che la Bce abbassi il tasso sui depositi di 25 punti base, al 2,5%”. “Le nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema mostreranno probabilmente una crescita più bassa nel breve termine e una traiettoria dell’inflazione sostanzialmente invariata. La crescita debole e l’inflazione prevista in linea con l’obiettivo quest’anno suggeriscono un tasso di riferimento vicino al livello neutrale, nonostante l’inflazione interna ancora elevata”.

E se gli analisti si attendono che nella riunione del 6 marzo il taglio comunque ci sarà, c’è più incertezza sulle prossime mosse.

Tassi Bce: l’impatto sui mutui

Se l’istituto di Francoforte dovesse confermare la sforbiciata di 25 punti base dei tassi, la rata di un finanziamento variabile standard dovrebbe diminuire di circa 17 euro, passando dagli attuali 650 euro a 633 euro. I calcoli sono quelli di Facile.it e Mutui.it che però mettono in guardia dalle incognite che ci saranno nei prossimi mesi.

Nel dettaglio, guardando all’andamento dei Futures sugli Euribor (aggiornati al 26 febbraio 2025) emerge che gli indici potrebbero continuare scendere gradualmente raggiungendo il punto più basso entro la fine dell’anno, per poi stabilizzarsi.

Dati alla mano, secondo l’analisi congiunta di Facile.it e Mutui.it, l’Euribor a 3 mesi dovrebbe arrivare a 2,16% a giugno per poi scendere al di sotto del 2% entro la fine dell’anno: se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuo standard preso in esame arriverebbe, entro dicembre 2025, a 611 euro, con un risparmio di circa 40 euro rispetto ad oggi, per poi fermarsi.

Tasso fisso o variabile:  il gap si riduce

La domanda che si pone oggi chi è alle prese con la sottoscrizione del mutuo è se sia meglio il fisso o il variabile. Sul fronte dei fissi, l’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un aumento dell’IRS, l’indice di riferimento per questo tipo di offerta, che sta risentendo dell’aumento dei rendimenti dei titoli di stato europei, sulla scia di quelli americani. La buona notizia, però, è che l’aumento dell’IRS si è trasmesso solo parzialmente sui tassi proposti alla clientela perché molti istituti di credito hanno deciso di assorbire parte di questi rincari riducendo gli spread applicati ai mutui fissi e mantenendo così l’offerta su livelli competitivi.

I variabili, invece, pur continuando nella loro corsa al ribasso rimangono ancora più costosi rispetto ai fissi. Secondo le simulazioni di Facile.it e Mutui.it, guardando alle migliori offerte a tasso fisso disponibili online per un mutuo standard, i TAN partono dal 2,54%, con una rata pari a 568 euro. Per i variabili, invece, le migliori offerte partono da un TAN pari al 3,30%, con una rata iniziale di 617 euro.