Finanza Tassi Bce, nuovi rialzi: gli effetti sui mutui e sui prestiti

Tassi Bce, nuovi rialzi: gli effetti sui mutui e sui prestiti

8 Maggio 2023 10:34

Effetto tassi Bce su mutui e prestiti: la FABi spiega

Quanto ha inciso la decisione della Bce di alzare nuovamente i tassi sui mutui sottoscritti dalle famiglie? E sui prestiti?

Nel corso dell’ultima riunione, la Bce ha annunciato un aumento di un ulteriore quarto di punto percentuale del costo del denaro: il tasso base è adesso al 3,75%.

Questo, ovviamente, ha avuto una ripercussione immediata sui mutui e sui prestiti sottoscritti dai consumatori italiani.

Secondo i dati di Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, in Italia le famiglie indebitate sono almeno 6,8 milioni, che corrispondono al 25% del totale:

di queste, ad aver sottoscritto un mutuo per acquistare una casa sono almeno 3 milioni e mezzo.

Nel corso del 2022, i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti sono aumentati notevolmente.

Altri aumenti, ora come ora, risultano essere inevitabili, a seguito dell’aumento del costo del denaro.

Solo per avere un’idea, comprare un’automobile a rate potrebbe costare 8.200 euro in più, nel caso in cui si dovesse scegliere un modello del valore di 25.000 euro e si scegliesse un finanziamento decennale ad un tasso del 12,7%.

Mutui, di quanto sono destinati a crescere

Gli aumenti dei tassi d’interesse si fanno sentire anche sui mutui.

Secondo le simulazioni di Fabi, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare, mentre per i mutui a tasso variabile il rimborso mensile è destinato a lievitare del 50,60%.

Volendo entrare nel dettaglio, per un mutuo a tasso fisso da 20.000 euro della durata di 25 anni – in questo caso il tasso netto applicato dalle banche potrebbe risultare nettamente superiore al 5% – la rata mensile sarà pari a 1.218 euro.

Per un prestito da 100.000 euro, della durata sempre di 25 anni, con un tasso al 5,1%, la rata mensile potrebbe essere pari a 597 euro. Nulla cambia, invece, per i vecchi mutui a tasso fisso.

Le rate per quelli a tasso variabile, invece, potrebbero subire aumenti del 65%.

Sono molte le famiglie, in Italia, ad essere alle prese con i rimborsi delle rate dei mutui.

A fine febbraio 2023, il valore complessivo dei mutui per l’acquisto della prima casa ammontava a 426 miliardi di euro, in crescita di 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,5%).

A pesare sul budget delle famiglie non ci sono solo i mutui.

Fabi stima che, su un totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo siano circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali.

Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 253 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse.

L’aumento dei tassi

È bene ricordare che le rate dei vecchi mutui a tasso fisso non cambiano: i finanziamenti sottoscritti tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 non vedranno modificare, fino alla fine del piano di rimborso, le rate.

Discorso diverso per le rate dei vecchi mutui a tasso variabile, che hanno registrato una crescita del 65%:

in estrema sintesi, questo significa che chi pagava una rata di 500 euro, oggi paga 825 euro ogni mese: 325 euro in più.

A seguito della decisione presa la scorsa settimana dalla Bce le rate sono destinate ad aumentare ulteriormente.

Secondo la Fabi, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate.

I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 6% dallo 0,6% di fine 2021:

vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

Non va meglio a quanti dovessero decidere di acquistare a rate l’automobile o un elettrodomestico.

La Fabi mette in evidenza che a fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1% e che, alla luce dell’ultima decisione della Bce, potrebbe arrivare al 12,8%: per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 45.704 euro, con una differenza complessiva di 8.279 euro (+22,1%) rispetto ai tassi di fine 2021, mentre per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.061 euro, con una differenza complessiva di 119 euro (+25,3%) rispetto ai tassi di fine 2021.

L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana – spiega Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi -. I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea.