Finanza Stipendi salgono ma inflazione pesa ancora. Neolaureati italiani ancora nelle retrovie in Europa

Stipendi salgono ma inflazione pesa ancora. Neolaureati italiani ancora nelle retrovie in Europa

16 Gennaio 2025 16:47

La buona notizia è l’incremento medio delle retribuzioni 2024, quella meno positiva è che l’inflazione continuerà ad avere un peso. Analizzando più nel dettaglio i numeri, l’incremento medio degli stipendi italiani, nel 2024, è risultato pari a +3,5%, che, tuttavia, a fronte dell’inflazione all’1,1%, ha portato la crescita reale ad attestarsi a un +2,4%.

Sebbene i dati siano positivi, risultano però inferiori alle previsioni della stessa società che in occasione della presentazione delle previsioni diffuse in occasione della presentazione della ricerca del 2023,  ipotizzava un +3,8% sul 2024. Una prima panoramica che emerge dalla ricerca sulle dinamiche retributive presentata all’Osservatorio 2024 di WTW.

Gli stipendi di quadri e impiegati sono quelli che hanno registrato l’incremento maggiore nel breve termine, mentre, sul lungo periodo, i dirigenti italiani hanno beneficiato dei rialzi più significativi. Restano invece decisamente bassi i salari dei lavoratori alle prime esperienze e dei neolaureati.

Tutti gli aumenti

Negli ultimi 12 mesi, la componente fissa delle retribuzioni è aumentata per tutte le categorie contrattuali di oltre il 4%, un dato leggermente inferiore rispetto al 2023 (+5,4%). L’incremento più significativo si registra tra gli Impiegati, con un +4,8%.

Passando ai compensi annui, che includono anche i bonus e altri elementi variabili, l’aumento complessivo è stato del 5,1%. Gli incrementi più marcati riguardano i Quadri (+5,1%) e gli Impiegati (+5,2%). Anche in questo caso, il dato del 2024 risulta lievemente inferiore rispetto al 2023 (+5,9%).

Nel medio periodo, tra il 2021 e il 2024, i dirigenti sono stati i principali beneficiari degli aumenti salariali, con una crescita delle retribuzioni del 16%, l’unica sufficiente a compensare l’inflazione. Al secondo posto si posizionano i quadri, con un incremento del 12%, seguiti dagli impiegati, che hanno registrato un aumento dell’8%. All’ultimo posto si trovano i neolaureati, con una crescita salariale limitata al 5%, insufficiente a tenere il passo con l’inflazione e traducendosi in una perdita reale di oltre il 10%.

Differenze di retribuzioni tra uomini e donne

Tra il 2023 e il 2024, la dinamica della retribuzione fissa è stata pressoché uniforme tra donne (+4,8%) e uomini (+4,7%), così come per la componente variabile, con incrementi rispettivamente del 5,2% e del 5%.

Nonostante questi dati, la ricerca di WTW evidenzia che il Gender Pay Gap è rimasto stabile rispetto all’anno precedente, attestandosi al 15,2%. Inoltre, il divario tende ad aumentare con il livello di inquadramento: dal 3,4% tra gli Operai, al 9,6% tra i Dirigenti.

I settori con il Gender Pay Gap più elevato sono i Financial Services, con oltre il 20%, e il settore Automotive, che sfiora il 25%. Al contrario, i divari salariali sono più contenuti nei settori Transportation e Natural Resources, con meno del 10%, e nel comparto Pharma/Healthcare, dove si attestano al 12%.

Ma l’Italia resta indietro

Il dato del 3,5% è leggermente inferiore rispetto alle previsioni diffuse in occasione della presentazione della ricerca del 2023, che ipotizzava un +3,8% sul 2024. “Nonostante abbiamo registrato, negli ultimi due anni, una crescita costante delle retribuzioni – ha commentato Edoardo Cesarini,  amministratore delegato di WTW – si rileva ancora una perdita del potere di acquisto, visto che l’inflazione continua ad avere un peso sulla crescita reale degli stipendi degli italiani”.

Per il 2025, l’indagine prevede che in Italia la crescita delle retribuzioni si manterrà stabile e ancora al 3,5%; tuttavia, con un’inflazione prevista in leggero aumento all’1,6%, il valore reale delle retribuzioni crescerà solo dell’1,9%.

A livello europeo, nel 2024 Germania, Francia, Spagna e Regno Unito hanno registrato aumenti salariali medi del 3,8-4,1% con inflazione variabile dall’1,8% al 3,3%. La crescita reale è stata più alta in Germania (2,2%) e più bassa in Spagna (0,7%). Per il 2025, si prevede una stabilità salariale con inflazione in calo. Il Regno Unito avrà l’incremento reale maggiore (2,5%), seguito da Germania (2,2%), Francia (1,8%) e Spagna (1,4%).

E gli stipendi dei neolaureati in Italia sono tra i più bassi d’Europa

Le retribuzioni dei neolaureati sono quelle che crescono di meno, mantenendo così il triste primato per gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Questo lo afferma lo studio Total Remuneration Survey 2024 di Mercer.

Secondo l’indagine, la retribuzione d’ingresso dei giovani al loro primo impiego in Italia è di circa 30.500 euro, con un aumento del 5,4% rispetto al 2021. Un dato in aumento, che però li colloca sempre nella parte bassa della classifica degli stipendi, sopra solo ai colleghi spagnoli (28.500 euro) e polacchi (16.675 euro). In cima alla classifica ci sono Svizzera (86.722 euro), Germania (53.300 euro) e Austria (51.100 euro).

Tra i settori più remunerativi per il primo impiego nel 2024 spiccano il life science, con una retribuzione media di 33mila euro (+8% rispetto alla media italiana), e l’Energy, a 32.167 € (+5%). Al contrario, i settori manifatturiero, high tech e servizi non finanziari offrono compensi inferiori alla media nazionale, rispettivamente del -1%, -1% e -8%.

“I risultati mettono in luce come ancora, nel 2024, la retribuzione media dei neo-laureati italiani risulti la più bassa tra le principali economie europee – ha commentato Marco Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia – In un mercato del lavoro sempre più globale, la scarsa competitività dei salari italiani influenza le scelte professionali dei giovani, spingendoli a cercare opportunità all’estero per ottenere compensi più elevati”.