Finanza Reddito di cittadinanza: nel 2023 parte l’obbligo della formazione

Reddito di cittadinanza: nel 2023 parte l’obbligo della formazione

6 Dicembre 2022 16:25

I beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno confrontarsi, nel 2023, con una novità di non poco conto: l’obbligo di seguire un corso di formazione della durata di sei mesi. Questa, sostanzialmente, è una delle tante novità, che sono state inserite all’interno della Legge di Bilancio 2023.

La normativa, che regolamenta il reddito di cittadinanza, è stata revisionata radicalmente. Dal 2024 il sussidio verrà definitivamente abolito: per il prossimo anno, i beneficiari potranno beneficiare solo e soltanto di otto mensilità. I percettori, inoltre, saranno obbligati a seguire dei corsi di formazione o di riqualificazione professionali: chi non lo dovesse fare, perde il diritto a continuare a ricevere il sussidio.

Reddito di cittadinanza: obbligo di formazione

Senza dubbio, il reddito di cittadinanza risulta essere una delle misure che sono state oggetto di uno degli interventi più importanti nella Legge di Bilancio 2023. Sono molte le novità, con le quali i percettori del sussidio si dovranno confrontare.

La prima, e forse più importante, è l’abolizione che arriverà nel 2024. Questo significa che il 2023 sarà l’ultimo anno nel quale è possibile beneficiare del sussidio voluto dal Movimento 5 Stelle. Ricordiamo che il reddito di cittadinanza è stato introdotto nel 2019, con lo scopo di dare un sostegno alle famiglie e ai lavoratori che si trovano in difficoltà economica o in stato di povertà.

La Legge di Bilancio ha anche rivisto completamente la misura, almeno per il periodo che continuerà ad essere in vita nel 2023. Il contributo mensile verrà erogato per un limite massimo di otto mesi: questo significa che sarà possibile incassare l’assegno per un tempo più breve (prima era possibile farlo per 18 mesi). L’agevolazione, inoltre, non è rinnovabile.

Le novità vengono introdotte indistintamente per tutti i percettori, che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, e siano occupabili, quindi in grado di lavorare. Sono esclusi i nuclei familiari con persone disabili, minori o anziani con almeno 60 anni.

I nuovi obblighi

I beneficiari del reddito di cittadinanza tenuti a sottoscrivere il Patto per il Lavoro ed il Patto per l’inclusione Sociale, dal 1° gennaio dovranno seguire obbligatoriamente un corso di formazione o riqualificazione professionale. Il Patto per l’inclusione Sociale, come molti ben ricorderanno, è il percorso personalizzato che serve al reinserimento nel mondo del lavoro.

I soggetti, che dovessero decidere di non frequentare il programma di formazione assegnato, perderanno il diritto a continuare a ricevere il reddito di cittadinanza. Spetterà direttamente alle Regioni trasmettere all’Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, tutti gli elenchi dei soggetti che non hanno rispettato questo obbligo.

Reddito di cittadinanza, le misure per il reinserimento nel lavoro

Per riuscire a mantenere il contributo mensile, è indispensabile la frequenza del corso. È proprio l’aggiornamento professionale dei beneficiari del sussidio uno degli strumenti di politica attiva, che si pone l’obiettivo di favorire il reinserimento lavorativo: questo obiettivo verrà realizzato attraverso la definizione di percorsi finalizzati. Per raggiungere questo scopo si utilizzerà il Programma GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, fulcro dell’azione di riforma delle politiche attive del PNRR.

Uno dei problemi maggiori del reddito di cittadinanza è proprio quello della ricerca di un impiego e dell’inserimento dei soggetti coinvolti nel mondo del lavoro. Come sussidio ha indubbiamente funzionato, ma come strumento di politica attiva e di stimolo all’occupazione non è stato per niente utile.