Finanza Rapporto Oxfam: aumentano le disuguaglianze in Italia, ecco i numeri

Rapporto Oxfam: aumentano le disuguaglianze in Italia, ecco i numeri

20 Gennaio 2025 16:51

L’Italia risulta essere sempre più divisa in termini di disuguaglianze economiche: i più ricchi continuano ad accrescere il proprio patrimonio, mentre le fasce più povere della popolazione non registrano alcun miglioramento. Nel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro, al ritmo di 166 milioni di euro al giorno, raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. Un fattore che aumenta sempre più le diseguaglianze, visto che oltre 2,2 milioni di famiglie, per un totale di 5,7 milioni di persone, vivono in condizioni di povertà assoluta.

Lo spiega il nuovo rapporto di Oxfam Italia, che evidenzia come anche nel nostro Paese, così come a livello globale, le disparità economiche siano in aumento.

Le diseguaglianze

A metà del 2024, in Italia, il 10% più ricco delle famiglie deteneva quasi il 60% della ricchezza netta nazionale, possedendo oltre otto volte la ricchezza della metà più povera dei nuclei familiari. Questo divario era decisamente inferiore nel 2010, quando il rapporto era di 6,3.

Tra dicembre 2010 e giugno 2024, la quota detenuta dal 10% più ricco è cresciuta dal 52,5% al 59,7%, guadagnando oltre 7 punti percentuali, mentre quella del 50% più povero si è ridotta dall’8,3% al 7,4%. La concentrazione della ricchezza è particolarmente evidente al vertice: il 5% più ricco delle famiglie possiede il 47,7% della ricchezza totale, un valore quasi del 20% superiore rispetto a quello detenuto complessivamente dal 90% più povero della popolazione.

Nel 2022, in Italia, la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi netti equivalenti ha mostrato un leggero miglioramento. Tuttavia, ciò non è stato sufficiente a far progredire il Paese oltre la ventesima posizione tra i 27 Stati membri dell’Ue, condivisa con la Spagna. Nel 2023 oltre 2,2 milioni di famiglie, per un totale di 5,7 milioni di persone, vivevano in condizioni di povertà assoluta, prive di risorse sufficienti per acquistare beni e servizi essenziali a garantire una vita dignitosa.

Migliora l’occupazione, ma permangono i problemi

Nel periodo post-pandemico, l’occupazione in Italia ha registrato un miglioramento, con il tasso di occupazione salito al 62,4%, trainato in particolare dall’aumento dell’occupazione tra gli over 50, e un tasso di disoccupazione sceso al 5,7%. Secondo Oxfam però, restano problemi strutturali significativi, tra cui marcati squilibri territoriali e un ritardo occupazionale rispetto alla media dell’Unione Europea. Giovani e donne continuano a essere penalizzati, soffrendo di sotto-occupazione e di un lavoro caratterizzato da scarsa qualità.

“Piuttosto che adottare toni acriticamente trionfalistici sulla crescita dell’occupazione, il Governo dovrebbe affrontare con maggior vigore le datate debolezze strutturali del mercato del lavoro italiano, favorendo la riduzione dei divari retributivi e delle sacche di lavoro povero – ha commentato Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica  –. Non sembra tuttavia questa l’intenzione dell’esecutivo. Una chiara politica industriale, orientata alla creazione di buona occupazione, resta del tutto assente, accompagnata da un immobilismo sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari, nonché dall’affossamento del salario minimo legale come tutela dei lavoratori più fragili e meno protetti”.

Salari fermi, l’allarme

Nonostante i progressi nell’occupazione, i salari rimangono stagnanti. Il salario medio reale annuale è rimasto invariato negli ultimi 30 anni. Tra il 2019 e il 2023, le retribuzioni lorde sono cresciute del 6-7%, ma l’inflazione, aumentata del 17-18% nello stesso periodo, ha eroso il potere d’acquisto dei salari reali, che hanno subito un calo di oltre 10 punti percentuali.

Secondo il report, “il Governo sembra prestare scarsa attenzione al fatto che i contribuenti italiani più ricchi, in proporzione al proprio reddito, paghino meno imposte dirette, indirette e contributi rispetto a chi percepisce redditi più bassi. Questo avviene nonostante l’85% degli italiani, indipendentemente dall’appartenenza politica, consideri il sistema fiscale del Paese profondamente iniquo”.

I consigli di Oxfam

Per questo la Ong ha dato alcune raccomandazioni al governo Meloni, per combattere la povertà nel 2025. Come ripensare profondamente le misure di contrasto a povertà ed esclusione lavorativa garantendo la possibilità di accedere a uno schema di reddito minimo a chiunque si trovi in difficoltà. Ma anche disincentivare l’utilizzo dei contratti non standard, definire i contratti collettivi principali e introdurre un salario minimo legale.

Poi misure in materia fiscale per una maggiore equità del sistema impositivo, come introdurre un’imposta progressiva sui grandi patrimoni e aumentare il prelievo sulle grandi successioni, con anche una maggiore lotta all’evasione fiscale e la non persecuzione di interventi condonistici.