Finanza Notizie Italia Upb e Bankitalia in coro: incertezza Covid-19 rischia di minare scenario oltre breve termine  

Upb e Bankitalia in coro: incertezza Covid-19 rischia di minare scenario oltre breve termine  

29 Aprile 2020 12:37

 

Incertezza. Questa la parola che utilizzano più volte la Banca d’Italia e sia l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nel corso delle rispettive odierne audizioni sul Def (le cui indicazioni sono arrivate nei giorni scorsi).  In particolare,  il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Giuseppe Pisauro, ha indicato che “lo scenario macroeconomico di medio termine dell’economia italiana appare circondato da un’incertezza senza precedenti e condizionato da rischi prevalentemente orientati al ribasso: rischi sanitari, determinati da un’ulteriore recrudescenza dell’epidemia Covid-19; rischi di un più marcato deterioramento del contesto internazionale; rischi di nuove tensioni finanziarie quando si allenteranno gli stimoli fiscali e monetari”. 

“Questi fattori – ha rimarcato Pisauro – portano a valutare scenari macroeconomici per l’Italia alternativi a quelli delle previsioni di base sul 2020-21 utilizzate dal panel Upb per la validazione del quadro del Mef. Se si materializzassero eventi avversi, possibili ma non considerati nelle previsioni di base, queste ultime peggiorerebbero anche significativamente”.

E ancora, snocciolando qualche numero in più, da Upb hanno aggiunto: “Qualora si considerasse lo scenario avverso contenuto nel Def, di una contrazione del Pil reale più accentuata nel 2020 (-10,6% invece del -8%) e di una minore crescita nel 2021 (+2,3 invece del +4,7), si accrescerebbero i livelli di disavanzo e debito tendenziali e anche quelli derivanti dalle nuove politiche. Anche la previsione di finanza pubblica appare quindi esposta a rischi elevati”. 

Cautela anche da parte da Bankitalia

Cautela anche da parte da Bankitalia. Il capo del dipartimento di economia e statistica Eugenio Gaiotti ha sottolineato che “l’incertezza circa la durata dell’epidemia rende estremamente difficile la quantificazione delle sue conseguenze economiche, ma tutti gli scenari indicano ripercussioni molto forti, che si estenderanno oltre il breve periodo; questa incertezza può pesare in maniera prolungata sugli investimenti e sui consumi“. E in questo contesto i tempi del recupero dipenderanno in primo luogo dall’evoluzione del contagio, ma un ruolo essenziale avrà l’efficacia delle politiche di sostegno.

Per Gaiotti “le misure fin qui adottate appaiono appropriate nell’entità e nel disegno alla fase dell’epidemia in cui sono state varate: stanno contribuendo a contrastare le ripercussioni sulle famiglie e a evitare una crisi di liquidità delle imprese che avrebbe avuto conseguenze assai gravi”. Certo, sottolinea ancora l’economista, passata l’emergenza, l’azione pubblica sarà necessaria anche per assicurare il rilancio dell’economia. Per questa ragione “è condivisibile la valutazione espressa nel Def, secondo cui l’economia avrà bisogno di un adeguato periodo di sostegno e rilancio, durante il quale politiche di bilancio restrittive sarebbero controproducenti“.

“Allo stesso tempo, come sottolinea il Documento, non va trascurata l’elaborazione di una strategia di lungo periodo dalla quale dipende anche la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil“, ha aggiunto Gaiotti sottolineando che “la sostenibilità del debito non è alterata da uno shock temporaneo, anche di ampia portata, in presenza di una strategia credibile per i conti pubblici e per la crescita dell’economia, che garantisca nel medio termine un’evoluzione favorevole del differenziale tra la dinamica del prodotto e l’onere medio del debito. Questo richiederà il contributo di tutte le politiche economiche e di tutte le componenti dell’economia”. Nel corso del suo intervento Gaiotti ha infatti ricordato come il rapporto tra il debito e il Pil, già molto elevato prima della pandemia, aumenterà a seguito della contrazione del prodotto, dell’operare degli stabilizzatori automatici e delle necessarie misure discrezionali adottate per fronteggiare le conseguenze della crisi.

Entrate fiscali: calo senza precedenti atteso nel 2020 

Nelle stime del Def le nuove previsioni macroeconomiche determinano una notevole riduzione delle entrate fiscali e un aumento della spesa per gli ammortizzatori sociali; ciò si traduce in un maggiore disavanzo valutabile in poco meno di 4 punti percentuali quest’anno e oltre 2 punti l’anno prossimo. Gaiotti ha sottolineato che le entrate fiscali subiranno una contrazione “senza precedenti”. Secondo le stime del quadro tendenziale del DEF, nell’anno in corso rispetto al 2019 le entrate complessive calerebbero di quasi il 6%: una tale flessione sarebbe senza precedenti almeno negli ultimi 50 anni. “Nel 2021 solo una parte della perdita di gettito sarebbe recuperata – ha proseguito l’esperto -. Infatti, escludendo le entrate derivanti dall’attivazione delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette, le previsioni del quadro tendenziale del Def indicherebbero un gettito complessivo nel 2021 di circa il 4% maggiore di quello del 2020”.