Notiziario Notizie Italia Survey 2017, La metà dei CFO italiani pensa che ricavi e margini cresceranno. Preoccupa la sfida digitale

Survey 2017, La metà dei CFO italiani pensa che ricavi e margini cresceranno. Preoccupa la sfida digitale

Pubblicato 19 Dicembre 2017 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:50

 

La leadership delle aziende europee è più ottimista rispetto a sei mesi fa e migliorano le prospettive relative alla crescita dei ricavi, assunzioni e spese in conto capitale. Secondo il Deloitte CFO survey 2017, condotto a livello europeo su un campione di 19 Paesi e più di 1.500 CFO, negli ultimi mesi è aumentato, sia in Italia che in Europa, il numero di Chief financial officer che si dichiara ottimista riguardo le prospettive economiche e finanziarie della propria società: per la precisione gli ottimisti sono il 32%, il 7% in più rispetto a tre mesi fa.

 

 

Cresce la fiducia in Italia

 

In Italia i CFO ottimisti rispetto al futuro sono il 20% del campione, ma sono cresciuti più della media europea (+8% rispetto all’inizio dell’anno), e nel complesso sembrano aver spostato l’accento su un approccio a più lungo termine, focalizzato sulla ricerca di prospettive di crescita, dopo un lungo periodo di austerità.

Nello specifico i CFO italiani dichiarano previsioni positive sulla crescita dei ricavi (il 51%, +7% rispetto al primo trimestre 2017) e dei margini (49%, +4%); dichiarano intenzioni riguardo alla spesa in conto capitale allineate a questa tendenza positiva (35%; +4%); e hanno aspettative di assunzione in crescita (19%, + 17%), al punto che alcuni temono di non trovare la forza lavoro qualificata di cui hanno bisogno.
Il contesto sembra più favorevole – è il commento di Riccardo Raffo, partner di Deloitte responsabile della survey – L’economia dell’Eurozona ha registrato un’accelerazione superiore al previsto nel primo semestre, ed è solida e diffusa fra Paesi e settori. Le politiche monetarie espansive della BCE, da alcuni criticate, sembrano aver avuto un effetto positivo sull’occupazione”.

Quanto all’economia italiana – aggiunge Raffo – manda segnali di ripresa e gli investimenti ricominciano a crescere. Nonostante la maggior parte degli indicatori sia in miglioramento, il cambiamento sta avvenendo in modo graduale, e ciò evidenzia che l’ottimismo è ancora molto cauto e si resta in guardia verso potenziali situazioni di crisi.”.  

 

 

Diminuisce l’incertezza

 

 

Questa ventata di positività avviene in un contesto internazionale che, secondo il 44% dei CFO europei, continua a presentare ancora seri motivi di incertezza, pur essendo percepito come meno volatile rispetto al passato. A livello europeo, infatti, la percentuale di CFO che percepisce come alto il livello di incertezza finanziaria ed economica passa dal 61% del primo trimestre 2017 al 52%; mentre in Italia si passa addirittura dal 43% al 16%, segnale che anche il nostro Paese inizia a vivere una situazione di maggiore serenità.
 “Le brusche frenate non si possono ancora escludere e possono essere provocate dai rischi di instabilità politica legate alle prossime elezioni, come da nuovi possibili scenari legati alla volatilità dei cambi e dall’aumento dei tassi di interesse – dice Raffo – Queste incognite pesano sulle decisioni quotidiane dei direttori finanziari, in una fase ancora delicata dell’economia italiana e in un contesto internazionale che deve fare i conti con le ricadute della Brexit, ancora tutte da misurare, e con i rischi geopolitici internazionali”.

 

Le sfide della trasformazione digitale

In quest’ultima rilevazione emerge inoltre come i CFO italiani si dichiarino per la prima volta significativamente preoccupati di incorrere in problemi legati alla sicurezza informatica (45%), o di perdere quote di mercato, in particolare come conseguenza dell’avvento di nuovi competitor ‘disruptive’, capaci di proporre, grazie all’impiego delle nuove tecnologie, business model innovativi (timore che interessa il 43% degli intervistati).

A tale riguardo, ben il 74% dei CFO coinvolti nello studio è convinto che le nuove tecnologie (come Artificial Intelligence, Cloud, Robotica…) avranno un ruolo “disruptive” per l’Area Finance. Tuttavia, nonostante i CFO italiani siano ben consci del ruolo che giocano queste tecnologie, quasi 1 su 2 (il 45%) giudica inadeguato il grado di preparazione della divisione finanziaria della sua azienda rispetto alla trasformazione digitale.
È indubbio che la rivoluzione digitale ponga al finance nuove sfide. All’interno delle organizzazioni strumenti analitici che prima erano di competenza della finanza ora sono accessibili anche da altre funzioni aziendali. Molti ruoli amministrativi sono a rischio di automazione. Non va trascurato, poi, il tema della carenza di risorse qualificate”, dice Raffo. Che conclude: “La formazione e lo sviluppo possono aiutare, ma le organizzazioni di finanza hanno un bisogno urgente di reclutare nuove competenze”.