Finanza Notizie Italia Stangata su nuovi mutui, ecco quanto costa agli italiani il caro spread

Stangata su nuovi mutui, ecco quanto costa agli italiani il caro spread

13 Novembre 2018 12:14

Cattive notizie per chi vi appresta a richiedere un nuovo mutuo per l’acquisto della casa. Lo spread, ossia il differenziale di rendimento tra Btp e Bund, si ripercuote indirettamente sui costi legati al mutuo con le banche che in questi mesi stanno rivedendo al rialzo le condizioni per la concessione dei finanziamenti sull’acquisto della casa. Dopo un lungo periodo di tassi ai minimi, le banche hanno iniziato a ritoccare al rialzo gli spread applicati ai mutui a tasso fisso con incrementi che si traducono in rate mensili più alte sia per i mutui a tasso fisso che per quelli variabili.

 

Ultima in ordine di tempo a ritoccare il livello dello spread sui mutui è stata Unicredit che aumenterà lo spread sui mutui a tasso fisso tra i 10 e i 30 punti base e di 20 punti base su quelli a tasso variabile. Anche l’altra big, Intesa Sanpaolo, lo scorso luglio – prima della nuova ondata rialzista delo spread Btp-Bund – aveva alzato di 5 punti base il tasso sui mutui a tasso fisso. La tendenza tra le banche è quella di un aumento dei tassi anche se non mancano le eccezioni (-0,25% il costo sui mutui surroga deciso a ottobre da Bper).

Secondo quanto riporta oggi IlSole 24 Ore l’incremento dei tassi dello 0,30 per cento. Alcuni istituti hanno aumentato gli spread da luglio di 15-30 punti base per il mutuo a tasso fisso e di 10-20 punti per quelli a tasso variabile. Di fatto la causa principale di questa impennata è tutta nell’aumento del costo della raccolta del denaro all’ingrosso.

Il balzo dello spread BTP/Bund in area 300 punti base – dai 120 pb di inizio maggiopesa sul patrimonio delle banche e sui tassi che le banche pagano per l’emissioni di nuovi bond (considerando anche che a inizio 2019 finirà il QE della Bce). Dalla scorsa estate i tassi Irs, uno dei parametri che vanno a comporre il tasso fisso, sono saliti di 10-15 punti: questo ha determinato una parte dell’aumento dei tassi.

I tempi di erogazione si allungano con rischio sorpresa finale
Una tendenza che si sta consolidando negli ultimi mesi è poi quella dell’allungamento dei tempi di erogazione del mutuo. I preventivi restano bloccati anche per 60-90 giorni e in questo modo le banche hanno la facoltà di proporre in fase di chiusura del contratto di mutuo un tasso ritoccato ai valori più alti.

Nessuna ripercussione invece al momento per i mutui già stipulati. In prospettiva bisognerà vedere quanto lo spread Btp-Bund aumenterà e per quanto tempo rimarrà alto. Lo scorso mese uno studio di Facile.it rimarcava come è sì possibile ipotizzare un aumento dei tassi di interesse per i mutui che verranno erogati in futuro, ma il rincaro non sarà determinato direttamente dall’andamento dello spread Btp-Bund, né tantomeno dall’aumento di Euribor o Eurirs, quanto piuttosto dalla politica applicata dalle singole banche.