Notiziario Notizie Italia S&P taglia outlook sull’Italia, ma il rating è salvo. Cresce paura per debito e banche

S&P taglia outlook sull’Italia, ma il rating è salvo. Cresce paura per debito e banche

26 Ottobre 2018 22:38

Scampato pericolo per l’Italia. L’agenzia di rating S&P ha confermato il merito di credito dell’Italia a BBB anche se ha rivisto al ribasso le prospettive. L’outlook è infatti sceso a “negativo” dal precedente “stabile” complici le deboli prospettive di crescita e le tensioni con l’Europa.

Secondo S&P le impostazioni di politica economica e fiscale del governo italiano stanno pesando sulle prospettive di crescita economica del paese e sono un driver negativo per la traiettoria del debito pubblico-PIL. Per il 2019 S&P stima un deficit al 2,7% rispetto al 2,4% indicato dal governo.

L’outlook negativo riflette il rischio che la decisione del governo di aumentare ulteriormente i prestiti pubblici, oltre a esacerbare la già debole posizione di bilancio dell’Italia, soffocherà il recupero del settore privato.

S&P si aspetta che lo stimolo alla domanda delle misure di bilancio del governo sarà probabilmente di breve durata, tranne che per l’aumento previsto degli investimenti pubblici, soprattutto perché sembra non esserci ulteriori riforme strutturali che favoriscono la crescita economica.

L’agenzia di rating statunitense ritiene che si arresti la discesa del debito pubblico rispetto al Pil che nei prossimi tre anni è visto a livello lordo e netto rispettivamente a circa 128,5% e 123,2% del PIL.

 

Settimana scorsa a esprimersi sull’Italia era stata Moody’s, tagliando il giudizio di un gradino e portandolo a un passo dal livello “junk”.

Banche principali vittime, rischio credit crunch
Le banche italiane sono il principale creditore del governo e a detta di S&P l’impostazione di politica economica e fiscale del governo hanno eroso la fiducia degli investitori. Ciò a sua volta sta influenzando negativamente l’accesso delle banche al mercato dei capitali di finanziamento e, finora, in misura minore, i loro coefficienti patrimoniali. “Un ulteriore aumento del rendimento dei crediti bancari nei confronti dello stato potrebbe ridurre la capacità delle banche di finanziare l’economia italiana e indurle a deviare le risorse dal settore privato, in particolare le PMI”, sottolinea S&P.