Finanza Notizie Italia Ristrutturazione casa: prestito o mutuo? Tutto dipende da somma e durata. Ecco i consigli per scegliere

Ristrutturazione casa: prestito o mutuo? Tutto dipende da somma e durata. Ecco i consigli per scegliere

13 Aprile 2018 15:40

Sempre più italiani decidono di ristruttrare casa, grazie ai tassi particolarmente vantaggiosi e alle detrazioni fiscali previste anche per quest’anno. Ma spesso occorre rivolgersi a banche o finanziarie per affrontare la spesa, chiedendo un prestito o accendendo un mutuo. Due strade che hanno costi, limiti e opportunità diversi. Ecco alcuni consigli, suggeriti dall’ufficio studi di Facile.it, che aiutano nella scelta.

La somma da chiedere
Nella scelta tra prestito e mutuo per ristrutturare casa, occorre innanzitutto stabilire quanto richiedere in banca. In generale, se la somma è più contenuta, può convenire orientarsi verso un prestito personale. I mutui per ristrutturare, invece, sono la soluzione più indicata per chi mira a importi maggiori, in quanto il credito viene solitamente concesso a partire dai 30.000 euro.

La durata del finanziamento
Altro aspetto da valutare subito, che pone alcuni limiti nella scelta, riguarda la durata del finanziamento. In generale è bene considerare che più è lungo il finanziamento, maggiore sarà il tasso di interesse applicato, ma il peso della rata mensile, essendo spalmato su un periodo maggiore, risulterà minore. Fatta questa considerazione generale, occorre sapere che il prestito personale ha una durata massima di 10 anni e per questo motivo viene generalmente preferito per finanziamenti contenuti. Il mutuo ristrutturazione, di contro, può arrivare anche a 30-35 anni. Il mutuo resta, di fatto, l’unica strada percorribile se si vuole ripagare il debito in più di 10 anni.

I tassi di interesse da valutare
Per confrontare le due tipologie di finanziamento è fondamentale il tasso. Non ci si deve fermare al solo TAN (Tasso Annuo Nominale) ma tenere in considerazione il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che include tutti i costi connessi al finanziamento, come le spese di istruttoria o perizia. Per un mutuo ristrutturazione prima casa, poi, bisogna scegliere tra tasso variabile o fisso.

Fare attenzione ai costi accessori
Sul costo complessivo del finanziamento gravano anche altri elementi, a cui è bene fare attenzione per valutare se è più conveniente un prestito o un mutuo. Per il prestito personale sono da considerare, generalmente, le spese di istruttoria, di incasso e gestione rata, quelle di notifica e di chiusura pratica, l’imposta di bollo, e, se previsti, eventuali costi iniziali o assicurativi. Per i mutui ristrutturazione, invece, la lista non finisce qui e, quindi, le spese aumentano. In aggiunta ai costi sopra indicati, bisogna considerare il perito e l’atto che il notaio dovrà redigere per finalizzare il mutuo. Bisogna mettere in conto anche i costi relativi all’assicurazione scoppio e incendio, obbligatoria per l’ottenimento di un mutuo ristrutturazione.

Le garanzie necessarie richieste dalla banca
Per entrambi i finanziamenti è necessario, in primis, che il richiedente abbia un reddito fisso di importo sufficiente a sostenere le rate da rimborsare. Se per il prestito personale questo rappresenta, nella maggior parte dei casi, l’unico requisito richiesto, per il mutuo ristrutturazione, invece, è necessaria anche una garanzia reale, rappresentata dall’iscrizione dell’ipoteca sull’immobile che si intende ristrutturare. Se però la casa ha già un mutuo ipotecario, allora la banca potrebbe proporre un mutuo sostituzione con liquidità per ristrutturazione, soluzione che consente di sostituire il primo finanziamento con uno nuovo che include anche una quota di liquidità aggiuntiva da utilizzare per i lavori. In questo caso, però, attenzione alle somme richieste: l’istituto di credito non concederà un nuovo finanziamento se l’ammontare complessivo supera l’80% del valore dell’immobile.

Le tempistiche di erogazione
La tempistica di erogazione della somma richiesta varia notevolmente tra le due tipologie di finanziamento. Un punto di forza dei prestiti personali sono propri i tempi rapidi di erogazione, che variano generalmente tra le 24 ore e i 15 giorni. Quindi se il vostro nemico è il tempo, questa è senz’altro la strada più veloce da percorrere. Il mutuo ristrutturazione, invece, segue il normale iter di un mutuo tradizionale per l’acquisto casa che è notoriamente più lungo: solo per passare dall’istruttoria della pratica all’erogazione occorrono, in media, circa 60 giorni.

Accendere un mutuo SAL?
Se l’importo richiesto è elevato, o addirittura superiore al valore che ha l’abitazione prima dei lavori di ristrutturazione, la banca potrebbe proporre un cosiddetto mutuo SAL (Stato Avanzamento Lavori). Si tratta di una particolare formula di finanziamento che prevedere l’erogazione dell’importo in diverse tranches, ognuna rilasciata dalla banca solo dopo che un perito abbia accertato il nuovo valore acquisito dall’immobile all’avanzare dei lavori.

Le detrazioni fiscali
Anche quest’anno si ha possibilità di godere delle detrazioni fiscali legate all’intervento di ristrutturazione. se i lavori rientrano tra quelli previsti dalla legge, il proprietario può richiedere una detrazione Irpef pari al 50% del valore dell’intervento, fino ad un massimo di 96.000 euro, che verrà applicata nei 10 anni successivi alla ristrutturazione. Oltre a questo però esiste un’altra detrazione fiscale, che riguarda però solo il mutuo di ristrutturazione. Se richiesto per l’abitazione principale, questo dà diritto a una detrazione annua Irpef del 19% degli interessi pagati sul mutuo. Il prestito personale, invece, non dà diritto ad alcuna detrazione degli interessi.

Quando non conviene estinguere in anticipo
Per entrambi i finanziamenti il debitore può decidere di estinguere il debito, totalmente o in parte, prima della sua scadenza naturale. Per il mutuo ristrutturazione prima casa, la banca non può applicare alcuna penale per l’estinzione anticipata. Nel caso di prestito personale, invece, attenzione perché a seconda del contratto sottoscritto, potrebbe essere previsto il pagamento di un indennizzo, compreso tra lo 0,5% e l’1% del valore del prestito, a favore della società che lo ha concesso.