Finanza Notizie Italia Pensioni, oltre la metà sotto i mille euro e donne svantaggiate: due luoghi comuni italiani

Pensioni, oltre la metà sotto i mille euro e donne svantaggiate: due luoghi comuni italiani

27 Febbraio 2020 16:34

In Italia oltre la metà delle pensioni è di importo inferiore a 1.000 euro al mese e le donne ricevono, in media, assegni di gran lunga più bassi rispetto a quelli degli uomini. Si tratta di due luoghi comuni in materia previdenziale che il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nel Settimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano vuole sfatare.

Pensioni: i veri importi

Partendo dagli importi delle pensioni, nel 2018 su un totale di 22.785.711 prestazioni erogate, quelle di importo fino a una volta il minimo, pari cioè a 507,42 euro mensili, sono poco meno di 7,9 milioni. I pensionati che poi ricevono effettivamente un reddito pensionistico fino a una volta il minimo su 16 milioni totali sono circa 2,3 milioni. Secondo il Centro studi, tale fenomeno dipende dal fatto che un soggetto può essere beneficiario di più prestazioni che si cumulano tra loro, facendo sì che si collochi in una classe di reddito più elevata. Dal rapporto tra numero di prestazioni su pensionati emerge infatti che, in media, ogni pensionato percepisce 1,424 pensioni, quasi una pensione e mezza per ciascun pensionato. 

Ne consegue che, se certamente è vero che le singole prestazioni sotto i mille euro sono circa 14,9 milioni, pari al 65,4% delle pensioni in pagamento, è altrettanto  vero che i pensionati sono circa 6,4 milioni, ovvero il 40,8% del totale pensionati, peraltro quasi tutti con pensioni in tutto o in parte assistenziali, ossia senza contribuzione o integrate al minimo. Sostenere che oltre la metà delle pensioni è inferiore a 1.000 euro al mese non è dunque corretto né dal punto di vista tecnico né sotto il profilo comunicativo.

Gender gap: le donne ricevono più pensioni

Passando all’altro luogo comune, ovvero il cosiddetto “gender gap pensionistico”, il Settimo Rapporto evidenzia che nel 2018 le donne rappresentano il 52,2% dei pensionati, ma percepiscono il 44,1% dell’importo lordo complessivamente pagato per le pensioni (129.364 milioni di euro pagati alle donne contro i 163.980 milioni di euro corrisposti agli uomini). Sul totale delle prestazioni erogate, il reddito pensionistico annuo delle donne è pari a 11.550 euro mentre quello degli uomini arriva a 19.307 euro.

Le motivazioni alla base di questo divario sono  innanzitutto che le donne registrano un maggior numero di pensioni pro-capite, in media 1,51 prestazioni a testa, a fronte dell’1,33 degli uomini. Inoltre, occorre considerare che le pensioni di reversibilità (superstiti) andranno a percepire al massimo il 60% della pensione diretta e quindi prestazioni molto basse.

Affermare, dunque, che le donne ricevono una prestazione di gran lunga minore rispetto agli uomini è sì corretto dal punto di vista formale ma non da quello sostanziale conclude il Centro Studi.