Finanza Notizie Italia Italia e ripresa economica: per Unimpresa Pil aumenterà di 336 mld nei prossimi 4 anni, crescita legata a sostenibilità debito

Italia e ripresa economica: per Unimpresa Pil aumenterà di 336 mld nei prossimi 4 anni, crescita legata a sostenibilità debito

11 Maggio 2021 09:48

Nonostante i rischi e le incertezze, la ripresa economica (legata a doppio filo alla campagna vaccini) prosegue. Per l’Italia segnali positivi sono arrivati di recente dal settore manifatturiero. Secondo gli ultimi dati Pmi rilasciati da Is Markit, il comparto ha riportato ad aprile i risultati migliori mai registrati. Il Centro studi di Confindustria (CSC) in un recente report appare prudente e parla di una “incerta risalita dalla voragine”. In particolare, gli esperti prevedono un graduale recupero del PIL italiano, del +4,1% nel 2021 e del +4,2% nel 2022. “Numeri storicamente elevati per un paese come l’Italia, ma non si tratta di crescita – precisano -. A fine 2022 l’economia italiana avrebbe a stento chiuso il profondo gap aperto nel 2020 dalla pandemia”. 

Unimpresa e l’extra Pil da 336 mld

Ma quali sono le prospettive in termini di crescita economica? Secondo una analisi del Centro studi di Unimpresa la ripresa economica italiana dovrebbe tradursi in 336 miliardi di euro di Prodotto interno lordo (Pil) aggiuntivo nei prossimi quattro anni. Dal 2021 in poi, il Pil italiano dovrebbe salire costantemente passando dai 1.651 miliardi del 2020 ai 1.987 miliardi del 2024. Complessivamente, la crescita, nel quadriennio, consentirà di creare 336 miliardi extra di Pil: 102 miliardi nel 2021 (+6,2%), 98 miliardi nel 2022 (+5,6%), 74 miliardi nel 2023 (+4,0%) e 62 miliardi nel 2024 (3,2%). Per Unimpresa la crescita economica dipenderà, però, dalla sostenibilità del debito pubblico del Paese che a fine 2024 sfonderà il tetto dei 3.000 miliardi.

“Per la crescita del Paese e per la ricostruzione post pandemia, saranno fondamentali le scelte del governo sull’utilizzo delle risorse del Recovery Fund“, commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, sottolineando che “quei 221 miliardi in arrivo dall’Unione europea sono cruciali per il nostro futuro, ma occorre uno sforzo non ordinario sia in termini di programmazione sia per quanto riguarda l’attuazione dei progetti e la successiva realizzazione”. Secondo il presidente di Unimpresa “il governo di Mario Draghi deve progettare e seguire passo dopo passo l’impiego dei fondi, per i quali sarà importante alzare il livello di guardia sui fenomeni corruttivi: non deve accadere, come in passato, che l’arrivo di risorse così importanti sia il festival della corruzione”.

Crescita Pil legata a doppio filo alle sorti del debito pubblico
Dalla crescita del Pil dipenderanno le sorti del debito pubblico italiano che nel 2020 si è attestato a 2.573 miliardi, in aumento di 164 miliardi sull’anno precedente (+6,8%); nel 2021, quando si registrerà la crescita più consistente del quinquennio 2020-2024, il debito arriverà a 2.786 miliardi, in salita di 213 miliardi rispetto al 2020 (+8,3%); l’anno prossimo salirà di altri 107 miliardi (+3,8%) e si attesterà a 2.893 miliardi, mentre nel 2023 toccherà quota 2.983 miliardi, con una variazione positiva di 90 miliardi (+6,8%). Nel 2024, infine, sarà superato il tetto dei 3.000 miliardi: 50 miliardi in più (+6,8%) che porteranno il debito a 3.033 miliardi complessivi. Complessivamente, tra il 2020 e il 2025 il debito pubblico è destinato a crescere di 624 miliardi.

E la sostenibilità de debito? L’anno scorso, anno dello scoppio del Covid e di tutte le misure per contenerlo, il debito pubblico è salito con un’ impennata al 155,8% del Pil dal 134,6% del 2019. Unimpresa sottolinea che il picco sarà raggiunto quest’anno con il 159,8%, poi una progressiva ma lenta discesa nel triennio successivo: 156,3% nel 2022, 155% nel 2023 e 152,7 nel 2024. La sostenibilità del debito, in costante crescita, negli auspici del governo, dovrebbe essere garantita da una robusta ripresa dell’economia. Per gli analisti di Unimpresa, “l’attenzione è focalizzata, contemporaneamente, sulla crescita e sulla spesa pubblica: i 221 miliardi complessivi con i quali il governo intende sostenere il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnr), da un lato contribuiranno, gioco-forza, a gonfiare il debito pubblico, dall’altro saranno decisivi per determinare una crescita importante dell’economia italiana. Se non ci saranno sprechi e se non ci saranno fenomeni corruttivi significativi, l’obiettivo ambizioso del rilancio del nostro Paese”.