Finanza Notizie Italia In Italia cresce la fiducia nel futuro. La svolta ad aprile

In Italia cresce la fiducia nel futuro. La svolta ad aprile

Pubblicato 13 Settembre 2018 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:49

Ora gli ottimisti superano i pessimisti. La svolta ad aprile. I risultati della ricerca Ey-Ipsos verranno presentati all’Ey Digital Summit di Capri

Il futuro è un po’ più rosa per l’Italia. La fiducia tra la popolazione (16-70 anni) è stata misurata da Ey in uno studio condotto in collaborazione con Ipsos che ha coinvolto 900 individui tra i 16 e i 70 anni.

Effettuata a inizio luglio, la ricerca ha evidenziato un aumento di chi ritiene che il Belpaese stia andando nella direzione giusta: 38% contro il 13% di aprile 2018, mese in cui si era toccato un picco minimo al 13%. Sono specularmente diminuiti i “pessimisti”, al 36% contro il 66% di aprile.

Il risultato dell’indagine non sembra quindi essere stato influenzato dall’andamento dello spread tra Btp e Bund. Ad aprile 2018 il differenziale, che ha occupato i titoli dei giornali negli ultimi mesi, si è mosso tra 120 e 130 punti per poi risalire in maggio sopra quota 250. Lo spread sembra quindi preoccupare soprattutto economisti e investitori.

Nonostante l’aumento della fiducia, gli italiani confermano di avere una percezione del Paese peggiore di quella che hanno i cittadini di altre nazioni. Il voto medio dei primi è di 76 su 100 contro il 91 su 100 assegnato dai cittadini di altri Paesi. In particolare i cittadini del Belpaese ammirano il Canada, il Giappone, l’Australia, gli Stati Uniti e anche la Spagna, che ricevono un giudizio positivo superiore a 95 su 100.

Italia fuori dalla crisi

Aumentano anche coloro che ritengono che il Belpaese si sia lasciato alle spalle il peggio della crisi (29% da 24% di aprile). In 23 su 100 ritengono invece che “il peggio deve ancora arrivare”, sostanzialmente in linea con il dato di aprile (24%) ma in aumento rispetto al mese di giugno (21%).

Il merito del miglioramento non è dei partiti politici verso i quali la fiducia rimane ai minimi (15%). Le istituzioni più vicine al cittadino, come il comune e la regione, riscuotono invece l’apprezzamento del 45% e del 38% degli intervistati, così come l’Unione europea (38%).

Cambia completamente il giudizio se si parla di impresa, con le piccole aziende che ricevono il 72% dei consensi, le grandi il 55%. In coda le grandi multinazionali, viste con sospetto. La fiducia in questo caso scende al 37%.