Debito pubblico torna a salire a marzo. Commisione Ue esorta nuovo Governo a ridurlo
Il debito pubblico italiano torna a sfondare quota 2.300 miliardi. Nel mese di marzo il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 15,9 miliardi rispetto a febbraio, attestandosi a 2.302,3 miliardi di euro. Lo rende noto la Banca d’Italia che ha pubblicato il fascicolo mensile “Finanza pubblica, fabbisogno e debito“. Il mese di marzo era stato, invece, archiviato con un debito pubblico che era sceso di 0,1 miliardi di euro, risultando pari a 2.286,5 miliardi di euro.
Osservando i dati principali per il mese di marzo, Bankitalia indica che l’incremento è dovuto al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (20,1 miliardi), in parte compensato dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (3,5 miliardi, a 44,8; erano 54,6 miliardi a marzo 2017) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,8 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 16 miliardi e quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Entrate tributarie, stabili a marzo
Nel mese di marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 28,5 miliardi, pressoché invariate al livello dello stesso mese del 2017. Nel primo trimestre 2018 le entrate tributarie si sono attestate a 91,7 miliardi, risultando sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; al netto di alcune disomogeneità contabili, si può stimare che le entrate tributarie siano aumentate.
Il monito di Valdis Dombrovskis: ridurre il debito
E oggi, mentre Lega e Movimento 5 Stelle chiedono più tempo al Quirinale per la formazione del nuovo Governo e non si sbottonato sul nome del possibile premier, arriva un monito europeo. Intervistato da “Il Politico“, il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha lanciato un chiaro messaggio all’Italia: “E’ chiaro che l’approccio alla formazione del nuovo Governo e l’approccio rispetto alla stabilità finanziaria deve essere quello di rimanere nel corso attuale, riducendo gradualmente il debito pubblico e il deficit”. Che il debito pubblico sia un fardello macigno per l’economia italiana lo ha ribadito Bankitalia a fine aprile, presentando il rapporto sulla stabilità finanziaria. Nel documento Palazzo Koch ha sottolineato che l’alto debito rende l’economia vulnerabile a forti tensioni sui mercati finanziari e a revisioni al ribasso delle prospettive di crescita.