Finanza Notizie Italia CsC: economia ferma al palo. Preoccupa il salario minimo orario: penalizzate le piccole imprese specie al Sud

CsC: economia ferma al palo. Preoccupa il salario minimo orario: penalizzate le piccole imprese specie al Sud

1 Agosto 2019 15:47

Non cresce l’economia italiana. Lo conferma il Centro Studi di Confindustria nella consueta Congiuntura flash del mese di agosto secondo cui nel secondo trimestre del 2019 il prodotto interno lordo è rimasto fermo e a pesare la dinamica negativa del settore industriale con la produzione in calo e l’indice PMI in contrazione. 

Economia tricolore: dati positivi e negativi a confronto

I segnali positivi ci sono nel terzo trimestre con il PMI servizi che è tornato in area di espansione a 50,5 punti ma nonostante questo ci sono ancora molto dati negativi. Nell’industria in particolare, il CSC stima una produzione ancora in discesa a luglio (-0,6%). Il secondo dato positivo, dice il Centro Studi di via dell’astronomia, è che a luglio si è accentuata la discesa del tasso sul BTP decennale (di oltre sei decimi, all’1,66 ma i rendimenti italiani restano troppo alti. Francia e Belgio sono entrate nel club dei tassi negativi, con Irlanda e Germania (-0,36%) mentre la Spagna è poco sopra (0,36%). Il parziale riallineamento dell’Italia al trend calante dei tassi europei, innescato dalla BCE, dice il CsC, riflette l’aver evitato la procedura di infrazione per il debito e dati recenti migliori delle attese. Terzo segnale positivo riguarda la fiducia delle famiglie che è risalita nettamente a luglio, ai valori di gennaio, per il maggiore ottimismo su economia e bilancio familiare. Inoltre, gli ordini interni dei produttori di beni di consumo hanno recuperato a giugno-luglio, pur su livelli bassi. Tuttavia gli investimenti sono in peggioramento. Continuano a diminuire marcatamente a luglio gli ordini interni dei produttori di beni   strumentali e la fiducia delle imprese manifatturiere è in ulteriore calo. Ciò preannuncia un andamento negativo degli investimenti nel 3° trimestre.

CsC: preoccupa il salario minimo

Il CsC si sofferma poi sulla proposta del governo di introdurre il salario minimo orario a 9 euro. Tale livello sarebbe pari a oltre l’80% della retribuzione mediana oraria italiana, in netto disallineamento rispetto a ciò che accade nei 22 paesi UE in cui esiste già un salario minimo legale, dove esso rappresenta, mediamente, appena il 45% del salario mediano, dice il CsC. Un livello di salario minimo così elevato in Italia rischia di avere ampi effetti negativi su occupazione e crescita economica. In primis, dice il CsC, causerebbe un forte aggravio di costo per le imprese che, se non traslato sui prezzi finali (come probabile, nel debole contesto attuale), si tradurrebbe in un’ulteriore compressione del MOL dell’1,6%, secondo stime ISTAT riferite al settore privato non agricolo. L’impatto sui margini, peraltro, potrebbe essere pari a oltre il doppio di tale valore, stando a stime INPS. Gli effetti negativi del salario minimo – conclude il CsC – potrebbero essere più ampi per realtà aziendali men produttive, quali  mediamente sono le imprese di piccole dimensioni e quelle localizzate nel Mezzogiorno. Basti pensare che 9 euro orari rappresentano quasi il 90% della retribuzione mediana delle imprese fino a 9 dipendenti e di quelle localizzate nelle regioni del Sud Italia.