Finanza E ora McDonald’s teme la nuova legge Ue sugli imballaggi

E ora McDonald’s teme la nuova legge Ue sugli imballaggi

16 Maggio 2023 16:13

McDonald’s si muove contro la nuova legge UE sugli imballaggi

A mettersi di traverso all’Europa, questa volta, ci pensa McDonald’s.

L’Unione europea ha intenzione di ridurre del 10% l’utilizzo della plastica monouso che serve a contenere il cibo da asporto entro il 2030.

La nuova normativa avrebbe un impatto diretto soprattutto sui fast food e sui colossi delle consegne a domicilio di cibo.

Ma a mettersi di traverso ad un sogno ecologico, questa volta è McDonald’s.

Il colosso statunitense dei fast food ha finanziato alcuni studi, lanciato alcuni siti web e  iniziato una massiccia campagna di sponsorizzazione sui diversi media.

A queste iniziative se ne aggiungono altre, tra le quali ci sono una serie di incontri con i responsabili politici ed istituzionali dei vari paesi.

L’intenzione, neanche tanto nascosta, è quella di andare a bloccare la nuova proposta di legge dell’Unione europea, che prevede un importante cambio di passo sugli imballaggi.

La catena di fast food McDonald’s, che è responsabile di qualcosa come un miliardo di chilogrammi di imballaggi ogni anno, non è comunque da sola. Anzi! È supportata da molti produttori di confezioni monouso.

Si vuole favorire il riutilizzo

Una delle ultime lettere che sono state inviate all’Unione europea dalle associazioni di categoria risale alla fine di aprile.

La richiesta è stata esplicita: è stata domandata una pausa alla legislazione con la quale si ha intenzione di promuovere gli imballaggi riutilizzabili all’interno degli stati membri dell’Ue.

La normativa ha un obiettivo nobile e molto utile pragmaticamente. Ha intenzione, infatti, di andare ad arginare un fenomeno in costante crescita: l’utilizzo di confezioni inutili e plastica monouso, che stanno producendo un’infinità di rifiuti di difficile gestione.

Purtroppo, in Europa, l’immondizia proveniente dalla plastica è destinata a raddoppiare ed entro il 2040 arriverà a costituire un quinto del bilancio globale di carbonio.

La legge contestata da McDonald’s propone il divieto degli imballaggi monouso nei ristoranti e nei caffè entro il 2030.

Impone, inoltre, un aumento del 10% degli imballaggi riutilizzabili per il cibo da asporto e del 20% per le bevande, il tutto sempre entro e non oltre il 2030.

La Commissione europea ha avanzato questa proposta lo scorso mese di novembre, ottenendo il sostegno di scienziati, attivisti e alcuni paesi, che hanno chiesto uno sforzo maggiore nel tentativo di andare ad arginare l’uso dei prodotti che si stanno dimostrando dannosi per il pianeta.

Le accuse

Le accuse, che vengono rivolte ad aziende e ristoranti dai sostenitori dell’iniziativa, sono di finanziare articoli e studi che puntano a scardinare i propositi della legge contro il monouso.

Sono stati creati veri e propri gruppi di pressione ufficiali, tra i quali vi è anche l’Alleanza europea per il packaging sostenibile, il cui scopo è quello di chiedere all’Unione europea di evitare il riutilizzo e di passare alla creazione di imballaggi sostenibili.

Nel tentativo di sostenere l’uso di imballaggi sostenibili vengono effettuati veri e propri incontri, ai quali partecipano i colossi del settore. Oltre a McDonald’s c’è il colosso delle bevande Pepsi:

tra l’inizio del 2022 e il mese di aprile 2023 sono stati effettuati qualcosa come 290 incontri.

Nello stesso periodo le Ong sono riuscite a partecipare ad appena 21 incontri sullo stesso tema.

Ricordiamo, comunque, che per arrivare a produrre plastica e altri imballaggi è necessario utilizzare quasi il 10% del petrolio e del gas disponibile nell’Unione europea.

Quasi la metà della carta prodotta in Europa viene utilizzata per produrre questo tipo di imballaggi.

Un portavoce di McDonald’s ha dichiarato che “l’’imballaggio gioca un ruolo importante nell’aiutarci a servire cibo caldo e appena preparato in modo rapido e sicuro ai nostri clienti e prevenire lo spreco di cibo. L’implementazione obbligatoria di materiali riutilizzabili come unica soluzione comporta notevoli sfide operative e finanziarie per l’intero settore”.