Inflazione in rialzo a febbraio: tutta colpa del caro energia e del carrello spesa

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In lieve salita l’inflazione in Italia nel mese di febbraio 2025, arrivando all’1,7°%, lo stesso livello registrato ad ottobre del 2023. A trainare al rialzo l’indice dei prezzi al consumo nel nostro paese da una parte gli energetici e dall’altra il carrello della spesa, rispettivamente a +0,6% e +2,2%. Rallentano, invece, i prezzi di alcuni servizi, tra cui quelli ricreativi e culturali, quelli relativi ai trasporti e alle comunicazioni.
Percentuali che si traducono in un aggravio sulle tasche dei consumatori. A fare i conti puntualmente le associazioni dei consumatori.
Inflazione in salita: ecco gli aumenti per le famiglie
Secondo il Codacons, il rialzo dell’inflazione equivale ad un aggravio di spesa, considerando la totalità dei consumi di un nucleo, pari in media a +559 euro annui per la famiglia “tipo”, +761 euro per un nucleo con due figli. “I numeri dell’Istat certificano come l’emergenza energia abbia effetti a cascata sull’economia nazionale e sulle tasche delle famiglie – commenta il presidente Carlo Rienzi – Per questo il governo deve intervenire con misure realmente efficaci in grado di tenere sotto controllo le tariffe di luce e gas e neutralizzare gli effetti del caro-energia per consumatori e imprese”.
A puntare il dito contro il caro energia anche l’Unione Nazionale Consumatori secondo cui “Se l’inflazione è pari a +1,7% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 589 euro su base annua, è grave che ben 238 euro in più se ne vadano solo per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, la spesa obbligata per definizione e addirittura 257 per il carrello della spesa. Una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 538 euro, 210 euro sono soltanto per cibo e bevande, 231 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media, per una famiglia, mangiare e bere ora costa 164 euro in più” conclude il presidente dell’UNC Massimiliano Dona.
Anche Assoutenti ribadisce che “l’attuale incremento dei prezzi al dettaglio del comparto porta la spesa delle famiglie per cibi e bevande a salire di 238 euro annui per un nucleo con due figli, pari ad un maggior esborso, a parità di consumi, da oltre 4,2 miliardi di euro considerando la totalità delle famiglie italiane e la loro spesa per l’alimentazione. Ad influire sui listini il caro-bollette, che pesa come un macigno sui costi di produzione con un effetto tsunami sull’inflazione in Italia”.
“Per questo ribadiamo la necessità di intervenire sulle cause che scatenano il rialzo dei prezzi in Italia, combattendo le speculazioni e tutelando il potere d’acquisto degli italiani” – conclude il presidente Gabriele Melluso.
Inflazione sale in tutta la zona euro: i dati dell’Eurostat
L’Istat ha pubblicato oggi il dato sull’inflazione dopo che a inizio settimana anche l’Eurostat aveva pubblicato il dato sul tasso d’inflazione annuale dell’area dell’euro, attestatosi al 2,5% nel gennaio 2025, in aumento rispetto al 2,4% del dicembre 2024. Un anno prima il tasso era del 2,8%. L’inflazione annuale dell’Unione Europea è stata del 2,8% a gennaio 2025, in aumento rispetto al 2,7% di dicembre 2024. Un anno prima il tasso era del 3,1%.
Secondo l’Eurostat, i tassi annuali più bassi sono stati registrati in Danimarca (1,4%), Irlanda, Italia e Finlandia (tutti 1,7%). I tassi annuali più alti sono stati registrati in Ungheria (5,7%), Romania (5,3%) e Croazia (5,0%). Rispetto a dicembre 2024, l’inflazione annuale è diminuita in otto Stati membri, è rimasta stabile in quattro ed è aumentata in quindici. Anche l’Eurostat rivela che a gennaio 2025, il contributo maggiore al tasso d’inflazione annuale dell’area dell’euro è venuto dai servizi (+1,77 punti percentuali, pp), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+0,45 pp), energia (+0,18 pp) e beni industriali non energetici (+0,12 pp).