Finanza Impennata affitti: ecco il salasso per chi dovrà rinnovare il canone di locazione 4+4

Impennata affitti: ecco il salasso per chi dovrà rinnovare il canone di locazione 4+4

Pubblicato 8 Novembre 2022 Aggiornato 8 Novembre 2022 16:44

Il caro affitto sarà il nuovo problema contro cui si dovranno scontrare le famiglie. I consumatori devono affrontare il caro energia ed un carrello della spesa che a settembre ha visto crescere i prezzi del 10,9% (un livello toccato solo nel corso del mese di agosto 1983). Come se queste preoccupazioni non bastassero, molti cittadini che sono alle prese con il contratto di affitto in scadenza, potrebbero trovarsi alle prese con un nuovo aumento.

Il classico contratto di locazione della durata di 4+4 anni stipulato a cavallo tra il 2014 ed il 2015, che sta giungendo in scadenza in questi mesi, potrebbe subire, in fase di rinnovo, un aumento medio del 25,6%. Il canone di locazione, per un bilocale da 70 metri quadrati, potrebbe arrivare a toccare 945 euro al mese.

Ovviamente questi prezzi non sono uguali in tutte le città della penisola. Gli aumenti hanno toccato il 35,5% a Firenze, mentre a Bologna l’aumento è pari al 28,5% e a Genova è intorno al 28,4%. Più contenute le crescite di Roma e Milano, dove il prezzo dell’affitto è lievitato del 20%: in questo caso, però, mediamente i canoni di locazioni erano più alti già otto anni fa. Questi, sostanzialmente, sono i costi dei canoni di locazione, dai quali devono essere escluse le spese condominiali. Ma non solo: è necessario tenere conto degli aumenti del riscaldamento, della luce e del gas. La casa sta diventando un costo insostenibile.

Affitto, un costo insostenibile

I dati, che abbiamo appena visto, sono quelli che emergono da un’analisi condotta da Abitare Co., che ha voluto prendere in considerazione i potenziali rinnovi dei contratti di locazione di lunga durata, che dopo otto anni (4+4), in questi mesi devono essere rinnovati e rivisti. Sono state prese in considerazione otto città metropolitane:

  • Milano;
  • Roma;
  • Bologna;
  • Firenze;
  • Genova;
  • Napoli;
  • Palermo;
  • Torino.

L’analisi ha poi calcolato l’impatto che ci sarebbe stato sul mercato immobiliare da questi rinnovi. Quello che ne emerge è, sostanzialmente, un pesante impatto sociale. Per avere un’idea della sua importanza, basta ricordare che nel 2015 sono stati stipulati qualcosa come 493.000 contratti di affitto di lungo periodo. 97.200 sono stati sottoscritti nelle otto città che abbiamo appena elencato. La superficie media dell’immobile è pari a 79,3 metri quadrati.

Nelle otto città analizzate, gli incrementi dei canoni di affitto impattano in maniera diversa da zona a zona: in tutte le aree di maggior pregio è stato registrato un aumento del 28,3%, nelle aree centrali del 23,66%, mentre nelle zone semicentrali siamo su un +25,6% mentre in quelle periferiche siamo intorno al 23,4%.

Come cambiano i prezzi

Nelle principali città metropolitane, per un bilocale da 70 metri quadrati si spendono mediamente 945 euro al mese, escluse le spese condominiali. Nelle aree periferiche la spesa scende a 580 euro, in quelle semicentrali siamo intorno ai 790 euro. In centro si spende fino a 1.070 euro, per toccare 1.350 euro per gli immobili di pregio. Tra le città più care ci sono Roma, dove l’affitto per un bilocale da 70 metri quadrati è pari a 1.365 euro (700 euro in periferia, 2.050 euro per gli immobili di pregio) e Milano, dove si spende 1.300 euro (720 euro in periferia e 1.930 euro per un immobile di pregio). Le città meno care, come canone medio mensile, sono:

  • Palermo: 625 euro;
  • Torino: 715 euro;
  • Genova: 750 euro.

Oltre alla revisione dei contratti in scadenza, con degli inevitabili aumenti, bisogna poi aggiungere un potenziale incremento delle spese condominiali (soprattutto nelle case con riscaldamento centralizzato), che porterebbe il canone totale mensile a un livello non più sostenibile per molte famiglie che, a quel punto, si vedranno obbligate a cambiare zona o addirittura città, spostandosi dove i canoni sono più bassi – ha spiegato Giuseppe Crupi, CEO di Abitare Co. -. C’è invece chi, spinto dagli aumenti, opta per l’acquisto di una nuova abitazione, anche se le rate di mutuo sono più care a causa dell’aumento del costo del denaro. L’acquisto di una nuova abitazione è inoltre sostenuto dalla migliore efficienza energetica dell’immobile che può ridurre in maniera importante le voci di spesa nel budget familiare. In realtà quello che manca oggi sul mercato italiano è un’offerta di qualità legata al mondo degli affitti, con immobili di nuova generazione che offrono case con servizi condominiali di vario genere. Da una nostra recente indagine su un campione di 1.500 famiglie oltre l’80% ha risposto che sarebbe disposto a pagare un affitto più alto del 15%, rispetto a quanto paga oggi, per una casa nuova dotata di servizi comuni.