Fintech&Insurtech: gli italiani guardano al digitale per gestire le proprie attività finanziarie
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Home banking e app della propria banca sono sempre più due canali preferiti dai clienti italiani per gestire le proprie attività finanziare. Ma solo una piccola percentuale di utenti si dichiara disposta a condividere in maniera automatica i propri dati con gli istituti di credito. Questi alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano presentata durante il convegno “Il Fintech & Insurtech cambia pelle: quali scenari per il futuro” che analizza a 360 gradi il settore italiano del Fintech e Insurtech.
FinTech e InsurTech: l’identikit dei clienti finanziari italiani
Le tecnologie sono il fulcro dell’offerta delle startup Fintech e Insurtech, dice l’indagine, secondo cui tra quelle emergenti, si distingue la crescita significativa della Generative AI, adottata oggi dal 26% di startup soprattutto per ottimizzare processi di back-office.
Fruitori delle realtà Fintech e Insurtech italiane sono principalmente aziende e istituti finanziari, tanto che 1 startup su 2 si configura come Techfin, collaborando con intermediari tradizionali per migliorare tecnologie, processi e servizi, anziché competere con essi.
E dall’Osservatorio PoliMi emerge proprio l’utilizzo dei servizi finanziari da parte dei clienti italiani. L’indagine rivela che se il 74% degli utenti finanziari usa l’home banking e il 65% l’app della banca, solo il 5% è disposto a condividere in automatico i propri dati con la propria banca, dalle informazioni anagrafiche, ai dati finanziari (come buste paga o investimenti), fino ai dati di comportamento (come l’utilizzo dello smartphone o gli spostamenti).
Perché tutta questa reticenza? Soprattutto perché mancano chiarezza e consapevolezza: il 51% non comprende l’utilizzo dei dati raccolti, il 49% non percepisce chiaramente le motivazioni della banca nel chiederli e il 42% non vede vantaggi concreti. Inoltre sono di più i consumatori disposti a condividere informazioni manualmente, ad esempio compilando form, potendo controllare la procedura e ottenere spiegazioni chiare.
Servizi finanziari: ecco quelli più usati dai teenager
L’indagine inoltre ha volto lo sguardo sull’utilizzo dei servizi finanziari da parte dei teenager, rivelando come i ragazzi italiani tra i 13 e i 19 anni utilizzano ancora poco prodotti e servizi finanziari e gli unici realmente diffusi sono i pagamenti contactless (utilizzati già dal 44% del totale dei teenager).
Ma nel futuro c’è interesse visto che i teenager vorrebbero utilizzare soprattutto pagamenti istantanei (72%), servizi di cashback (49%), split dei pagamenti (45%), servizi di automazione dei risparmi (31%) e servizi di Buy Now Pay Later (15%).
Il ruolo dei genitori, specie tra i minorenni, è centrale considerando che il 96% ha aperto un conto corrente perché lo hanno voluto i genitori, così come per il libretto di risparmio (il 99%). Il 69% dei teen sceglie la stessa banca dei genitori, anche nei casi in cui dichiarano di fidarsi più delle banche conosciute in TV (12%) o sui social (3%).
Fintech e Insurtech: settore in crescita. I numeri
L’Osservatorio scatta una fotografia nitida del panorama FinTech e Insurtech italiano, un settore in crescita. Dati alla mano, sono 250 i milioni di euro raccolti nel 2024, con ricavi in crescita del 29%. Il 44% delle startup ha raggiunto il break-even, il 76% sta assumendo personale. “Ci troviamo in un contesto di profondo cambiamento – afferma Marco Giorgino, responsabile scientifico osservatorio fintech & insurtech -. Gli ultimi due anni sono stati molto positivi per banche e assicurazioni. Ora lo scenario segnato da volatilità dei tassi di interesse e incertezze politiche e nuovi rischi richiede agilità e capacità di adattamento agli operatori del settore. Gli incumbent stanno ridefinendo le loro strategie, esplorando possibilità di fusioni e acquisizioni per creare sinergie, ampliare la gamma di servizi e migliorare l’efficienza operativa. Allo stesso tempo, agiscono come driver di innovazione attraverso investimenti in progetti digitali interni e sostenendo le startup emergenti. Le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale generativa, sono delle leve strategiche, ma l’implementazione richiede sempre un approccio responsabile in termini di governance, etica e conformità normativa”.