Finanza ESG: istruzione è la molla per la crescita degli investimenti sostenibili

ESG: istruzione è la molla per la crescita degli investimenti sostenibili

14 Novembre 2022 12:33

Investire in modo sostenibile è l’unica strada in grado di assicurare rendimento nel lungo periodo. Così la pensa il 51% degli italiani contro il 60% a livello globale intervistati da Schroders Global Investor Study 2022, indagine annuale che coinvolge 23.000 persone in 33 Paesi di tutto il mondo, fotografando il sentiment degli investitori in merito al rapporto tra investimenti sostenibili e rendimento.

Altro dato rilevato dallo studio di Schroders è che se nel 2021 il 48% degli investitori italiani dichiarava la necessità di ottenere prove sulla performance positiva degli investimenti sostenibili, oggi è solo il 35% a dichiarare che l’evidenza di una correlazione positiva tra sostenibilità e rendimenti sia discriminante nella decisione di puntare su investimenti sostenibili. La scelta di puntare su investimenti sostenibili per ottenere migliori rendimenti si evidenzia anche a livello di motivazioni, con il 39% degli investitori italiani (il 36% a livello globale) che la colloca in ordine di importanza davanti a ragioni di natura sociale (29%) e dietro solo alla ricerca di un impatto ambientale positivo (47%). Del resto, meno di un terzo degli investitori italiani (28%, 37% il dato globale) esprime preoccupazioni sulla performance: queste riguardano piuttosto altre tematiche inerenti alla finanza sostenibile.

Trasparenza, greenwashing e formazione: i timori degli italiani

Tra le preoccupazioni e le richieste degli investitori italiani la principale è senza dubbio la trasparenza, come segnalato da un investitore italiano su due (51% su scala globale).

A denunciarlo sono gli investitori più giovani, con il 55% degli appartenenti alla Generazione Z, e quelli più competenti, con il 53% degli investitori esperti (rispettivamente 54% e 53% a livello globale).

Per il 51% degli investitori italiani (il 60% di quelli globali) i provider e le istituzioni finanziarie fanno greenwashing, cioè un ambientalismo di facciata utilizzato come strumento di marketing, dato che sale al 55% tra i giovani della Generazione Z e al 58% tra gli investitori esperti (rispettivamente 54% e 72% a livello globale).

Considerando ciò, l’istruzione è, forse non a caso, l’area in cui si dovrebbe investire (18%, 21% il dato globale), ed è anche la soluzione proposta dagli stessi investitori che, per quasi la metà (45% italiani, 48% a livello globale) indicano una maggiore formazione generale come il primo fattore che favorirebbe un aumento degli investimenti sostenibili.