Finanza Personale Risparmio L’inflazione torna ad aumentare, +0,6% su base mensile. Calcoli UNC: stangata da 532 euro

L’inflazione torna ad aumentare, +0,6% su base mensile. Calcoli UNC: stangata da 532 euro

3 Febbraio 2025 16:27

A gennaio 2025, le stime preliminari indicano un lieve aumento dell’inflazione, che passa dall’1,3% di dicembre all’1,5%. Su base mensile, l’incremento registrato rispetto a dicembre 2024 è il più elevato dall’impennata dovuta alla crisi energetica del 2022, con i prezzi in crescita dello 0,6% in un solo mese. I rincari più marcati riguardano la ristorazione, i servizi ricettivi e l’istruzione, che segnano un aumento del 2,9%. Lo afferma l’Istat nel suo report uscito oggi.

Per l’istituto, l’inflazione è alimentata dalle persistenti pressioni sui prezzi degli alimentari lavorati, che passano da +1,7% a +2,0%, con ripercussioni anche sul cosiddetto “carrello della spesa” (+1,8% rispetto a +1,7%).

Quali prezzi aumentano e quali scendono a gennaio

Per l’Istat, l’andamento dei prezzi dei beni è influenzato principalmente dalla dinamica dei beni energetici, la cui flessione si attenua (dal -2,8% al -0,7%; +3,4% rispetto a dicembre). Questo rallentamento è dovuto in particolare alla forte accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che passano dal +12,7% al +27,8% (+14,5% su dicembre).

Per quanto riguarda l’energia non regolamentata, la riduzione della flessione tendenziale (da -4,2% a -3,0%; +2,6% su dicembre) è attribuibile soprattutto all’andamento dei prezzi del gasolio per trasporto (da -5,2% a -1,8%; +2,6% su dicembre) e per riscaldamento (da -6,7% a -3,3%; +2,3% su dicembre), oltre alla benzina, che passa da una variazione negativa (-1,4%) a una positiva (+1,2%; +2,2% su dicembre).

Anche nel settore dei servizi si osservano andamenti differenti tra le diverse categorie. Come quello dei trasporti, che registrano un rallentamento da +3,6% a +2,5%, dovuto in particolare alla flessione dei prezzi del trasporto marittimo e del trasporto aereo passeggeri. Al contrario, i prezzi del trasporto ferroviario passeggeri accelerano lievemente.

Tra i vari settori, la ristorazione e gli alberghi registrano gli aumenti di prezzo più significativi, con un incremento annuo del 2,9%, trainati dall’inflazione turistica natalizia e la spesa dei visitatori stranieri. Anche altri comparti mostrano aumenti superiori alla media, tra cui l’istruzione (+2,9%), le bevande alcoliche e i tabacchi (+2,5%), gli alimentari (+2,3%) e i servizi culturali (+1,8%).

Aumentano anche i prezzi del carrello della spesa

Sono cresciuti i prezzi dei beni alimentari, che salgono dal +1,9% di dicembre a +2,1% di gennaio, con andamenti differenti tra le due principali categorie. In particolare, i prezzi degli alimentari lavorati accelerano la crescita su base annua (da +1,7% a +2,0%), mentre quelli degli alimentari non lavorati mostrano un lieve rallentamento (da +2,3% a +2,2%).

Tra questi ultimi, si osserva una decelerazione più marcata nei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati, escluso il settore delle patate (da +3,0% a +1,7%; +1,6% su dicembre), mentre la riduzione della crescita dei prezzi della frutta fresca o refrigerata è più contenuta (da +2,2% a +2,1%; +0,5% su dicembre).

Unc: “+210 euro solo per mangiare”

“Pessima notizia! Iniziamo l’anno nel peggiore dei modi. Se il buongiorno si veda dal mattino andiamo male! Un rialzo dello 0,6% in un solo mese è a dir poco allarmante, soprattutto considerato che a fare da traino, oltre alle bollette, con la divisione Abitazione che sale del 2,4% su dicembre 2024, sono i Prodotti alimentari che decollano dell’1% a livello congiunturale”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Istat sull’inflazione.

“Tradotto in soldoni, per mangiare e bere una coppia con 2 figli spenderà 210 euro in più su base annua, mentre complessivamente la stangata per l’inflazione a +1,5% è pari a 532 euro.  Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua totale è pari a 480 euro, ma 186 euro se ne vanno solo per cibo e bevande” conclude Dona.

 © Unione Nazionale Consumatori su dati Istat

Pessimisti anche Codacons e Assoutenti: “Il governo deve puntare la sua attenzione sui prezzi al dettaglio, perché l’incremento dei listini, se non contrastato adeguatamente, produrrà un danno alla nostra economia deprimendo i consumi ed erodendo la capacità di spesa delle famiglie”, commenta il presidente Carlo Rienzi, mentre per il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, “il caro-energia continua a tenere i consumatori in ostaggio con effetti negativi diretti sul tasso di inflazione. I beni energetici regolamentati rincarano infatti del 27,8% su base annua, mentre in un solo mese quelli non regolamentati aumentano del 12,7%. Il timore è che i recenti rialzi registrati su mercati internazionali dell’energia possano portare a breve a nuovi aumenti delle bollette di luce e gas in tutti i mercati attualmente in vigore, con effetti a cascata non solo per le famiglie ma anche per le imprese”.