Petrolio in rialzo dopo l’accordo USA-UE: i rischi per il mercato
Prezzi del petrolio in aumento dopo l’accordo USA-UE. Focus su offerta OPEC+, Venezuela e attese per la Federal Reserve. Le prospettive del mercato energetico.
Fonte immagine: Finanza.com
Le recenti contrattazioni hanno riportato l’attenzione sui prezzi del petrolio, segnando un incremento modesto ma significativo nei mercati asiatici. I futures Brent si sono attestati intorno a 68,66 dollari, mentre il West Texas Intermediate ha toccato quota 65,36 dollari al barile, recuperando terreno rispetto ai minimi delle ultime settimane.
Questo leggero rimbalzo è stato sostenuto dalle prospettive incoraggianti legate al nuovo accordo commerciale USA UE, che sembra voler innescare un’ondata di fiducia tra gli operatori, grazie a un programma di riduzione delle tariffe sulle merci europee e di potenziamento degli scambi transatlantici.
Nuova spinta dagli accordi internazionali
L’intesa sottoscritta tra Washington e Bruxelles prevede l’acquisto di energia statunitense per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari, creando un’importante opportunità anche per il settore del gas naturale liquefatto. Questa strategia mira a favorire investimenti europei nei comparti più strategici degli Stati Uniti, inclusa l’industria della difesa, avviando un circolo virtuoso di capitali e progetti congiunti.
Nel frattempo, gli analisti guardano con interesse all’eventualità che le forniture, già elevate, possano aumentare ulteriormente. L’organizzazione OPEC+ potrebbe infatti alzare il livello di produzione già dal prossimo mese, immettendo sul mercato almeno 280.000 barili aggiuntivi al giorno.
Prospettive di crescita e dinamiche di offerta
La possibilità di un allentamento delle sanzioni statunitensi nei confronti del Venezuela rappresenta un ulteriore fattore in grado di incrementare i volumi disponibili, esercitando una moderata pressione al ribasso sulle quotazioni. Tuttavia, i rialzi restano sostenuti dall’aspettativa che l’economia globale possa beneficiare di nuovi flussi commerciali e da solidi investimenti transatlantici.
Molti esperti ritengono che le tensioni sui mercati energetici siano destinate a proseguire, poiché la domanda potrebbe restare vivace su scala mondiale. L’equilibrio tra l’aumento dell’offerta e l’espansione dei consumi diventa allora uno degli aspetti chiave da monitorare con attenzione nelle prossime settimane.
Sguardo alla politica monetaria
Sul fronte interno degli Stati Uniti, la Federal Reserve si riunisce per definire la propria linea d’azione, pur lasciando intendere di non variare immediatamente i tassi d’interesse. Tuttavia, i mercati restano in attesa di segnali più precisi su possibili tagli entro la fine dell’anno, specie alla luce dei dati macroeconomici previsti a breve.
L’indice PCE di giugno, insieme al report sull’occupazione di luglio, fornirà indicazioni cruciali sul ritmo di crescita e sulla domanda energetica a lungo termine. Gli investitori, dunque, appaiono perplessi ma pronti a cogliere eventuali opportunità di profitto, mantenendo alta la vigilanza sul comparto energetico globale.
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