Trading online, boom di truffe: come riconoscere i rischi e tutelarsi
Truffe trading online in aumento: ecco come riconoscerle, difendersi e recuperare i soldi persi. Il ruolo di Consob e Polizia Postale nella tutela dei risparmiatori.
Fonte immagine: Finanza.com
Le truffe trading online stanno crescendo a vista d’occhio, trasformando un’opportunità apparente in uno scenario tutt’altro che rassicurante. Dati alla mano, circa 6 italiani su 10 che si avvicinano agli investimenti digitali rischiano di subire raggiri che possono sfociare in perdite persino rovinose. Nei primi sei mesi del 2023, infatti, le denunce sono aumentate del 57% e le cifre parlano di 42 milioni di euro bruciati, un importo impressionante che fa comprendere l’urgenza di maggiore consapevolezza.
A testimoniare la gravità del fenomeno è la Polizia Postale, che mette in guardia contro piattaforme prive di licenza e promesse di rendimento irreali. Inoltre, la Brexit ha complicato ulteriormente il quadro, dato che molte società britanniche hanno perso l’autorizzazione a operare in Italia, ma continuano ad apparire come gestori legittimi, generando confusione e inganni per chi investe.
Vigilare sulle autorizzazioni
Un campanello d’allarme più che evidente è l’assenza di riferimenti chiari alla sede legale o la fretta nel richiedere trasferimenti di denaro verso paradisi fiscali. Gli esperti insistono sulla necessità di accertarsi che le società figuri negli elenchi ufficiali di Consob e Banca d’Italia. I cosiddetti broker non autorizzati operano senza rispettare gli standard patrimoniali e organizzativi previsti dalla legge, esponendo gli utenti al rischio di perdere l’intero capitale investito. Se qualcuno vi prospetta guadagni certi in pochissimo tempo, state pur certi che dietro si nasconde una trappola: in questi casi, la massima prudenza è d’obbligo.
I segnali di pericolo
Accade spesso e volentieri che, di fronte a presunte offerte “imperdibili”, si venga spinti a compiere mosse immediate, senza possibilità di esaminare con calma i dettagli dell’investimento. Ecco che spuntano rendimenti esagerati, bonus fantomatici e pressioni psicologiche varie, tutte strategie tipiche delle frodi.
Dalla natura opaca dei soggetti coinvolti ai trasferimenti verso conti esteri, tutto sembra studiato per celare la vera identità di chi manovra dietro le quinte. A conti fatti, chi si trova in queste situazioni non deve esitare a contattare le autorità e a bloccare ogni trasferimento di denaro. L’intervento delle associazioni dei consumatori come Adiconsum e Codacons si rivela prezioso per ricevere supporto legale personalizzato.
Come recuperare i fondi
Qualora si finisca nella rete di truffatori, la procedura di rimborso passa attraverso alcuni step fondamentali. In primis, è indispensabile bloccare i pagamenti ancora in corso e conservare tutte le comunicazioni intercorse. A seguire, va sporta denuncia alle autorità competenti e si può richiedere il chargeback alla propria banca entro 120 giorni. Non manca la possibilità di presentare reclamo all’Arbitro Bancario Finanziario e di segnalare il caso direttamente alla Polizia Postale, così da avviare indagini approfondite.
In certi casi, le perdite economiche certificate possono essere prese in considerazione anche a fini fiscali. Infine, poiché l’esercizio abusivo dell’attività di investimento costituisce reato, vale la pena ricordare che eventuali rimborsi potrebbero essere soggetti a tassazione, aspetto da non sottovalutare per un pieno recupero del proprio capitale.
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