Finanza Personale Intelligenza artificiale, la sfida è tra Stati Uniti e Cina

Intelligenza artificiale, la sfida è tra Stati Uniti e Cina

USA e Cina dominano con l'intelligenza artificiale mentre l'Europa tenta di colmare il divario e l'Italia è ancora indietro.

8 Luglio 2025 15:30

Nel panorama globale, l’intelligenza artificiale (AI) sta riscrivendo le regole del gioco economico e sociale, ma non tutti i protagonisti si muovono con la stessa velocità. Gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti e sulla Cina, che si contendono la leadership in una corsa che sembra lasciare l’Europa a rincorrere, tra promesse e ostacoli strutturali. È una partita che si gioca non solo sul fronte tecnologico, ma anche su quello degli investimenti IA, delle strategie normative e della capacità di innovare a ritmo serrato.

Intelligenza artificiale, il predominio di USA e Cina: la potenza che fa la differenza

Non è un mistero che la vera forza dell’intelligenza artificiale oggi risieda nella potenza computazionale e nella capacità di attrarre capitali. Gli Stati Uniti e la Cina si spartiscono la torta, detenendo tra l’80% e il 90% della capacità mondiale, lasciando le briciole alla Europa.

E se si guarda agli investimenti IA, il quadro si fa ancora più sbilanciato: le due superpotenze catalizzano l’80% dei capitali, mentre il Vecchio Continente si accontenta di un modesto 7%. In Italia, la situazione appare ancora più allarmante, con uno 0,2% degli investimenti globali, un dato che la dice lunga su quanto sia urgente un cambio di passo per non restare fuori dai giochi che contano.

Europa e Italia: rincorsa a ostacoli nell’adozione IA

Quando si parla di adozione IA, la distanza tra l’Europa e i leader mondiali come Stati Uniti e Cina diventa ancora più evidente. Solo il 13% delle imprese europee ha adottato soluzioni d’intelligenza artificiale, e l’Italia si ferma addirittura all’8%.

Un dato che si fa ancora più critico tra le PMI, cuore pulsante dell’economia italiana, dove la trasformazione digitale fatica a decollare. Le grandi aziende italiane, con un tasso di adozione del 32%, restano ben al di sotto della media UE del 42%. Il rischio è quello di assistere a una vera e propria fuga in avanti degli altri, mentre il tessuto produttivo italiano rimane al palo.

AI Act e innovazione: tra regolamentazione e rincorsa tecnologica

L’entrata in vigore dell’intelligenza artificiale Act europeo ha rappresentato un punto di svolta, ma anche una nuova sfida per le imprese. Circa il 95% delle grandi aziende italiane non ha ancora definito una strategia chiara per la conformità, segno che la strada verso una regolamentazione efficace è ancora tutta in salita.

Nel frattempo, la tecnologia corre: nuovi modelli linguistici emergono a un ritmo impressionante, con una media di uno ogni due giorni. In questo scenario, l’Europa si trova senza un ecosistema realmente innovativo capace di stare al passo. Per colmare il gap, l’Unione Europea ha messo sul piatto un piano da 200 miliardi di euro, ma senza strategie coordinate e investimenti mirati, il rischio è quello di restare spettatori di una rivoluzione che sta già cambiando il mondo.

Se vuoi aggiornamenti su Finanza Personale inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.