Debito USA sotto pressione: Moody’s toglie la tripla A dopo oltre un secolo
Moody’s abbassa il rating degli Stati Uniti ad Aa1, sollevando timori per il debito record e le implicazioni sui mercati globali.
Il recente declassamento degli Stati Uniti da parte di Moody’s al rating Aa1 rappresenta un campanello d’allarme significativo per l’economia globale. Questo evento, accompagnato da numeri preoccupanti come un debito record di 36.000 miliardi di dollari e un deficit previsto al 9% entro il 2035, evidenzia una crescente fragilità fiscale. Le proiezioni, che stimano un rapporto debito/PIL al 134% nel prossimo decennio, tracciano un quadro di persistente deterioramento finanziario per la prima economia mondiale.
La decisione di Moody’s, che segue quelle già prese da Fitch Ratings e S&P Global, sottolinea una tendenza negativa per il rating USA. Sebbene l’agenzia avesse già segnalato un outlook negativo oltre un anno fa, la stabilizzazione di quest’ultimo non ha dissipato le preoccupazioni relative al crescente debito nazionale. Questo scenario riflette una mancata capacità delle amministrazioni e del Congresso di adottare misure efficaci per arginare i deficit in aumento.
Durante l’amministrazione Trump, le sfide economiche sono diventate ancora più evidenti. Nonostante le promesse di pareggio di bilancio, i risultati concreti sono stati deludenti. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha cercato di rassicurare i mercati evidenziando l’impegno a ridurre i costi di finanziamento governativi, ma le strategie adottate, come l’imposizione di dazi commerciali, hanno suscitato timori di conflitti commerciali e un possibile rallentamento economico globale. Gli esperti avvertono che una gestione inefficace di queste tensioni potrebbe destabilizzare il mercato obbligazionario, compromettendo ulteriormente la capacità di finanziamento del governo.
Secondo il Congressional Budget Office, il debito federale potrebbe superare i livelli del dopoguerra entro il 2029, raggiungendo il 107% del PIL. Questo scenario non tiene conto di eventuali ulteriori tagli fiscali promossi dai Repubblicani, che potrebbero incrementare il debito pubblico di migliaia di miliardi di dollari nel prossimo decennio. È chiaro che l’incapacità di raggiungere un consenso su politiche fiscali sostenibili sta alimentando una crisi di fiducia tra gli investitori internazionali.
Le conseguenze del debito pubblico e del declassamento del rating USA
Le implicazioni di questo declassamento vanno ben oltre i confini statunitensi. L’aumento dei costi di indebitamento per gli USA potrebbe innescare effetti a catena sui mercati globali, rendendo più difficoltoso per le economie emergenti accedere ai capitali e aumentando il rischio di instabilità finanziaria mondiale. La perdita della tripla A da parte delle principali agenzie di rating riflette una vulnerabilità crescente e un’incertezza che rischia di minare la fiducia degli investitori.
In conclusione, il declassamento del rating statunitense non è solo un problema interno, ma un segnale di allarme per l’intera economia globale. In un contesto di squilibri fiscali persistenti, il mantenimento della fiducia degli investitori internazionali diventa una sfida cruciale. Le amministrazioni future dovranno affrontare con urgenza le questioni strutturali legate al debito e al deficit, per evitare che questa spirale negativa comprometta ulteriormente la stabilità economica globale.
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