Dazi USA affondano Temu: vendite in picchiata del 25%
Temu affronta un calo del 25% nelle vendite USA dopo i dazi di Trump: adotta strategie locali e subisce la concorrenza di Amazon.
Fonte immagine: ansa
Il vento cambia in fretta nel mondo dell’e-commerce cinese e lo dimostra il recente terremoto che ha travolto Temu, piattaforma simbolo dell’acquisto low-cost made in China. In un battito di ciglia, il colosso ha visto sfumare il suo sogno americano, travolto da una tempesta perfetta di dazi e politiche commerciali che non fanno sconti a nessuno.
Il 2 maggio 2025 è una data che resterà scolpita nella memoria dei manager di PDD Holdings: con l’abolizione dell’esenzione “de minimis”, il mercato americano si è trasformato da terra promessa a campo minato, e la reazione non si è fatta attendere. Un vero e proprio crollo verticale: vendite in picchiata del 25%, utenti giornalieri dimezzati e una caduta libera nell’App Store, dal quinto al settantacinquesimo posto.
Dazi USA contro TEMU: i numeri della crisi
Non è solo una questione di percentuali, ma di sopravvivenza. Temu ha dovuto fare i conti con una realtà impietosa: i nuovi dazi USA hanno colpito proprio il cuore del suo modello di business, quello delle spedizioni rapide e convenienti dalla Cina agli Stati Uniti.
Il risultato? Oltre al crollo delle vendite, la piattaforma ha tagliato del 31% gli investimenti pubblicitari sui social media americani tra marzo e aprile, segno che la tempesta non era passeggera ma strutturale. Nel frattempo, la casa madre PDD Holdings ha visto le proprie azioni perdere terreno anche nelle contrattazioni pre-market, lasciando intendere che il colpo è stato avvertito in tutta la filiera.
Strategia “local fulfillment”: la risposta obbligata
Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. E così, per non soccombere sotto il peso dei dazi USA, Temu ha scelto la strada del local fulfillment. Stop alle spedizioni dirette dalla Cina: ora si punta tutto sulla creazione di una rete di magazzini e venditori locali, con un occhio di riguardo al reclutamento di commercianti americani.
Una mossa che non solo mira a ridurre l’impatto delle tariffe, ma anche a offrire una maggiore varietà di prodotti, avvicinando la piattaforma ai gusti e alle esigenze dei consumatori statunitensi. In altre parole, una trasformazione forzata ma necessaria, in cui la flessibilità diventa la chiave per restare a galla.
Mentre Temu ripensa le sue strategie, la concorrenza non sta a guardare. I giganti americani, come Amazon, fiutano l’occasione e lanciano nuove piattaforme dedicate ai prodotti economici, cercando di colmare il vuoto lasciato dai big dell’e-commerce cinese.
La lezione è chiara: basta una variazione nelle politiche commerciali per ridisegnare gli equilibri di un intero settore, costringendo anche i colossi a rimettere tutto in discussione. In questo scenario, la capacità di adattarsi in fretta non è solo un vantaggio competitivo, ma una questione di pura sopravvivenza.
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