Finanza Personale Centri estivi sempre più cari: servono 1.400 € per figlio

Centri estivi sempre più cari: servono 1.400 € per figlio

Aumento del 23% nei costi dei centri estivi in Italia: esplora soluzioni economiche, bonus disponibili e servizi offerti per il 2025.

11 Giugno 2025 16:00

I costi dei centri estivi stanno diventando una vera e propria spina nel fianco per le famiglie italiane, trasformando la tanto attesa pausa scolastica in una corsa ad ostacoli tra rincari e soluzioni d’emergenza. I numeri parlano chiaro: si arriva a sborsare fino a 1.750 euro per un solo figlio e addirittura 3.374 euro per due bambini, se si opta per l’intera stagione estiva.

In media, la spesa settimanale per un centro a tempo pieno sfiora i 154,30 euro, con un incremento del 23% rispetto a due anni fa. Una vera stangata che mette a dura prova i bilanci familiari, con una spesa che si aggira attorno ai 1.400 euro per ogni bambino.

Centri estivi più cari in base al territorio

Se si guarda alle differenze territoriali, il quadro si fa ancora più complesso: Milano, come da copione, si conferma la città dove il portafoglio piange di più, con cifre che superano i 3.300 euro per due figli in otto settimane. Seguono a ruota Bologna (2.278 euro) e Roma (2.110 euro), mentre al Sud si tira un leggero sospiro di sollievo: Napoli si attesta sui 1.902 euro e Bari sui 1.548 euro per due bambini. Una disparità che, ancora una volta, sottolinea quanto il tema delle spese familiari in Italia sia tutt’altro che uniforme.

Sul fronte dei servizi nei centri estivi, la situazione non è meno articolata. Tre strutture su quattro offrono il pranzo, ma meno della metà include anche la merenda: il resto, circa il 56%, lascia alle famiglie l’onere di provvedere in autonomia. E non è finita qui: circa un quarto dei centri propone servizi di pre o post-camp, ma attenzione ai supplementi che possono far lievitare ulteriormente la spesa. Insomma, la flessibilità c’è, ma si paga a caro prezzo, soprattutto per chi lavora e non può permettersi di lasciare i figli a casa.

I bonus che ruolo hanno in tutto questo?

E i tanto decantati bonus centri estivi? Qui il discorso si fa spinoso. Gli aiuti statali, pur esistendo, si rivelano spesso una chimera per le famiglie con redditi medi, complice il vincolo dell’ISEE che taglia fuori una larga fetta di popolazione. Così, mentre le vacanze scolastiche in Italia si allungano fino a 12 settimane – praticamente il doppio rispetto a molti altri paesi europei – le famiglie si ritrovano a dover inventare soluzioni alternative: nonni, baby-sitter, centri privati. Ma il conto, in questi casi, può facilmente superare i 2.000 euro a bambino, trasformando l’estate in un vero e proprio salasso.

Tra rincari, disparità territoriali e bonus poco accessibili, il capitolo dei centri estivi resta uno dei più spinosi per le famiglie italiane. E, a giudicare dalle tendenze, la situazione non sembra destinata a migliorare: per molti, la bella stagione rischia di diventare sinonimo di sacrifici e conti che non tornano.

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