Finanza Personale Case a 1 euro: opportunità immobiliare o trappola?

Case a 1 euro: opportunità immobiliare o trappola?

Case a 1 euro tra costi, obblighi e incentivi fiscali: un'opportunità per combattere lo spopolamento o una trappola?

9 Giugno 2025 15:00

Da qualche tempo, il fenomeno delle case a 1 euro si è trasformato in una sorta di miraggio per chi sogna di mettere radici nei suggestivi borghi italiani.  Ma, come spesso accade, dietro le offerte che sembrano troppo belle per essere vere si nascondono dettagli che è meglio non sottovalutare.

Sì, perché acquistare una casa al prezzo simbolico di un caffè può far gola, ma il rischio di trovarsi con una “patata bollente” tra le mani è dietro l’angolo se non si fa attenzione a ogni singola clausola e alle spese accessorie che l’operazione comporta.

L’acquisto di una casa a 1 euro è solo il primo passo di un percorso che richiede attenzione, risorse e, soprattutto, una buona dose di pazienza.

Case a 1 euro: tutta la verità o quasi

Il prezzo simbolico delle case a 1 euro è, infatti, solo la punta dell’iceberg. Basta sfogliare le prime pagine del contratto per rendersi conto che le spese da affrontare non si limitano all’acquisto. Le imposte variano sensibilmente a seconda della destinazione d’uso dell’immobile: chi acquista come seconda casa si troverà a dover pagare una tassazione più pesante rispetto a chi decide di trasferirvi la residenza. E non è tutto: ci sono le pratiche catastali, registrazioni notarili e altre incombenze burocratiche.

Ma il vero banco di prova arriva con la ristrutturazione. Le case a 1 euro sono spesso in condizioni precarie, quando non addirittura fatiscenti. Il regolamento prevede l’obbligo di presentare un progetto entro un anno dall’acquisto e di iniziare i lavori nei due mesi successivi all’ottenimento dei permessi. Si tratta di scadenze rigorose, che non lasciano spazio a ripensamenti.

Per evitare che le promesse restino lettera morta, i Comuni chiedono una cauzione di 5.000 euro, che verrà restituita solo a lavori ultimati. Un dettaglio non trascurabile, soprattutto per chi non ha grande dimestichezza con le tempistiche della burocrazia italiana. In questo contesto, la capacità di pianificare ogni fase del progetto si rivela fondamentale per non incorrere in sanzioni o, peggio ancora, nella perdita della cauzione stessa.

Ci sono anche gli incentivi fiscali

A bilanciare il peso di questi impegni economici intervengono però gli incentivi fiscali messi a disposizione dallo Stato. Il Bonus Ristrutturazione, ad esempio, consente di recuperare il 50% delle spese sostenute fino a un massimo di 96.000 euro. Un’opportunità che può fare davvero la differenza per chi si trova a dover affrontare lavori importanti.

A questo si aggiungono altri bonus, che permettono un’ulteriore detrazione del 50% per l’acquisto dell’arredo della casa ristrutturata. Sono strumenti che, se ben sfruttati, possono trasformare un investimento impegnativo in una scelta sostenibile nel medio-lungo periodo.

Il sogno di acquistare una casa a 1 euro nei borghi italiani grazie a questa iniziativa resta alla portata di chi è disposto a mettersi in gioco con consapevolezza e lungimiranza. La chiave sta nel valutare con attenzione ogni aspetto, senza lasciarsi abbagliare dalla cifra simbolica. Solo così si potrà contribuire alla rinascita di luoghi carichi di storia e tradizione, trasformando un’opportunità apparentemente “troppo bella per essere vera” in un investimento concreto e duraturo.

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