Finanza Personale Casa Mercato immobiliare, a Milano e Roma i prezzi più alti: case sopra i 250mila euro

Mercato immobiliare, a Milano e Roma i prezzi più alti: case sopra i 250mila euro

19 Novembre 2024 16:46

Nei grandi centri urbani, gli acquisti immobiliari si distribuiscono in modo relativamente equilibrato tra le fasce economiche e medie, registrando però un netto calo all’aumentare dei prezzi di vendita. È quello che emerge dall’ultimo report dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che ha analizzato la disponibilità di spesa nelle grandi città, evidenziando una maggiore concentrazione nella fascia più bassa, fino a 119 mila euro (25,1%).

Il dato rilevato a luglio 2024 è in linea con quello di gennaio, mostrando una sostanziale stabilità. Inoltre, le percentuali nelle due fasce di spesa immediatamente superiori risultano simili, suggerendo una distribuzione equilibrata delle richieste nelle prime tre fasce di prezzo. Non si può dire la stessa cosa per le case delle città più piccole o capoluoghi di provincia, dove la fascia più “economica” è sopra il 40%.

La situazione nelle grandi città come Roma e Milano

Analizzando le grandi città, che per Tecnocasa sono Roma, Milano, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Palermo, Torino e Verona, la fascia di spesa più richiesta è quella che riguarda la cifra più bassa, cioè fino a 119mila euro, pari al 25,1%. Genova si distingue con la percentuale più alta di richieste (61,9%), seguita da Palermo al 52,4%. In quest’ultima città si registra un significativo aumento della concentrazione delle disponibilità proprio nella fascia di prezzo più contenuta.

A Milano e Roma, la fascia di spesa tra 250 e 349 mila euro registra la percentuale più alta di richieste, pari al 24,9% in entrambe le città. Nella città lombarda, inoltre, si rileva un incremento dello 0,3% nelle richieste per immobili con prezzi superiori a 629 mila euro, confermando la vivacità del segmento di fascia alta, oltre a una crescita nella fascia compresa tra 350 e 474 mila euro. Le due città sono prime anche nella fascia degli immobili sopra i 630mila euro: Milano a 8,5% e Roma con il 4%, staccando nettamente la terza in classifica, Napoli, a 2,8%.

Di seguito la disponibilità di spesa nelle grandi città:

  • da 0 a 119mila euro: 25,1%;
  • da 120mila a 169mila euro: 21,7%;
  • da 170mila a 249mila euro: 22,7%;
  • da 250mila a 349mila euro: 16,6%;
  • da 350mila a 474mila euro: 8,7%;
  • da 475mila a 629mila euro: 3,3%;
  • da 630mila in poi: 1,9%.

I dati nei capoluoghi di regione e provincia

Nei capoluoghi di regione di dimensioni contenute, il 43,8% dei potenziali acquirenti dichiara una disponibilità di spesa inferiore a 119 mila euro, in calo rispetto al 45,6% registrato a gennaio 2024. I dati più alti in questa fascia si riscontrano a Perugia (72,6%) e Campobasso (73,7%). Staccatissime le percentuali delle altre fasce: quella sopra i 120mila e fino ai 169mila è al 28,8%, mentre quelle oltre i 630mila sono addirittura sotto il punto percentuale.

Ecco come si distribuisce la disponibilità di spesa nei capoluoghi di regione non classificati come grandi città:

  • Fino a 119mila euro: 43,8%
  • 120mila-169mila euro: 28,8%
  • 170mila-249mila euro: 16,3%
  • 250mila-349mila euro: 7,6%
  • 350mila-474mila euro: 2,4%
  • 475mila-629mila euro: 0,8%
  • Oltre 630mila euro: 0,3%

Per quanto riguarda invece i capoluoghi di provincia, quasi la metà dei potenziali acquirenti di immobili (46%) dispone di un budget inferiore a 119 mila euro, confermando una significativa concentrazione nella fascia di spesa più bassa. Il 28,9% delle richieste si colloca invece nella fascia compresa tra 120 mila e 169 mila euro, mentre il 16,6% si orienta verso immobili con prezzi tra 170 mila e 249 mila euro. Le percentuali calano sensibilmente per fasce di prezzo più elevate: il 6,6% degli acquirenti si concentra tra 250 mila e 349 mila euro, l’1,5% tra 350 mila e 474 mila euro, e solo lo 0,4% supera i 474 mila euro.

Questo andamento sottolinea come la maggior parte delle richieste si concentri su immobili a prezzi contenuti, evidenziando una disponibilità economica limitata nella maggior parte delle province italiane.