Finanza Personale Autovelox a rischio spegnimento dal 18 ottobre in Italia

Autovelox a rischio spegnimento dal 18 ottobre in Italia

Senza il decreto attuativo del Mit, dal 18 ottobre 2025 tutti gli autovelox rischiano la disattivazione: impatto su comuni e sicurezza.

21 Agosto 2025 10:00

Sembra quasi un paradosso, ma il destino degli autovelox italiani rischia di segnare una svolta epocale dal 18 ottobre 2025. In un contesto già animato da polemiche e sentenze particolarmente restrictive, un vero e proprio vuoto normativo si profila all’orizzonte.

Attualmente, infatti, la legge 105/2025 obbliga Comuni e Regioni a comunicare al ministero infrastrutture trasporti l’esatto numero di dispositivi attivi, ma l’assenza del modello digitale, che doveva essere emanato entro il 19 agosto 2025, rende arduo pianificare e completare la procedura. Mentre si cerca di correre ai ripari, molti osservatori già temono che questa situazione possa farsi più grave di quanto inizialmente previsto.

L’incertezza della normativa ruota attorno al decreto infrastrutture, che era stato salutato come la soluzione in grado di definire linee guida univoche per l’installazione e la manutenzione dei dispositivi di rilevamento. Il problema consiste nella mancata pubblicazione del decreto attuativo, indispensabile per predisporre il modulo digitale di comunicazione. Senza di esso, gli enti locali sono nell’impossibilità di adempiere agli obblighi previsti e ciò potrebbe portare a uno spegnimento di massa.

Peraltro, una recente sentenza della Cassazione (aprile 2024) ha reso nulle le multe emesse da autovelox approvati ma non dotati di regolare omologazione autovelox, evidenziando ulteriormente le falle di un sistema meno solido di quanto si pensasse.

Autovelox a rischio: gli impatti su sicurezza stradale e bilanci

Non è difficile immaginare le conseguenze su sicurezza stradale: se gli autovelox dovessero realmente fermarsi da ottobre  2025, le strade italiane diventerebbero terreno libero per gli amanti della velocità, esponendo migliaia di automobilisti a un aumento del rischio d’incidenti.

D’altro canto, il blocco influirebbe anche sulle entrate comunali, tradizionalmente sostenute dal gettito delle sanzioni per eccesso di velocità. Basti pensare che, nel 2022, le prime venti città italiane hanno raggiunto incassi per 76 milioni di euro, con un incremento del 61,7% rispetto all’anno precedente. In particolare, Firenze, Milano, Genova e Roma risultano tra le principali beneficiarie di questi introiti, che rappresentano una voce strategica nei loro bilanci annuali.

Con oltre 11.000 dispositivi installati e un record europeo di diffusione, l’Italia non può più posticipare una revisione completa del sistema di autovelox. La promessa di un intervento rapido da parte del Codacons e l’attesa di una presa di posizione dal ministero infrastrutture e trasporti suggeriscono che, per evitare un effetto domino, si potrebbe agire in tempi brevi.

È fondamentale, tuttavia, che ogni nuovo regolamento tenga conto della necessità di modernizzazione tecnologica e di procedure chiare sull’installazione e l’aggiornamento degli apparecchi. In questo modo, si potrà garantire la continuità delle attività di controllo, la trasparenza a favore dei cittadini e il mantenimento delle risorse economiche vitali per i comuni.

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