Finanza Personale Assicurazione auto: la scatola nera non fa risparmiare

Assicurazione auto: la scatola nera non fa risparmiare

La scatola nera non fa più risparmiare sull'assicurazione auto: privacy a rischio e difficoltà di portabilità dei dati.

18 Luglio 2025 12:30

Molti automobilisti italiani avevano riposto notevoli aspettative nelle polizze di Rc Auto, confidando in soluzioni innovative per tenere sotto controllo premi e costi di gestione dell’assicurazione, grazie alla cosiddetta scatola nera, nata per premiare la guida virtuosa con sconti significativi.

Nel corso del tempo, però, l’adozione di questo strumento ha subìto un calo costante, tanto che oggi soltanto il 20% degli assicurati sceglie di installarlo sul proprio veicolo. La soluzione, un tempo osannata per la capacità di filtrare comportamenti scorretti e contrastare le frodi, sembra aver perso buona parte della sua attrattiva, lasciando molti automobilisti a interrogarsi sulla reale convenienza economica e sull’evoluzione di questa tecnologia.

Assicurazione auto e scatola nera: promesse iniziali e riduzione degli sconti

La scatola nera dell‘assicurazione auto era nata per premiare le abitudini di guida più prudenti e scoraggiare le pratiche fraudolente. Inizialmente, infatti, l’installazione della cosiddetta “black box” galvanizzava i consumatori grazie a un risparmio medio notevole, che nel 2018 raggiungeva i 123,3 euro su scala nazionale.

Tuttavia, secondo gli ultimi dati, tale importo si è praticamente dimezzato, scendendo a 65,9 euro nel primo semestre 2024. Il fenomeno si fa sentire soprattutto nel Mezzogiorno, dove l’incentivo economico è crollato dai 338,7 euro del 2018 ai 197,3 euro odierni, penalizzando una fascia di utenti tradizionalmente interessata a ridurre le spese legate alle polizze.

Timori sulla gestione delle informazioni

Alle originarie motivazioni di risparmio, si aggiungono ora rilevanti considerazioni sul tema della privacy. Molte associazioni di categoria, tra cui l’Aneis, sollevano dubbi sulla corretta tutela dei dati personali raccolti dai dispositivi e sulle procedure di condivisione con le compagnie assicurative.

Dal canto suo, l’Aiped sottolinea come la tecnologia su cui si basano le rilevazioni della scatola nera sia stata superata da sistemi più moderni e versatili, evidenziando che a fronte di marginali vantaggi economici dell’assicurazione auto restano forti perplessità in merito all’utilizzo e alla conservazione delle informazioni, aspetto centrale nella fiducia reciproca tra clienti e operatori del settore.

Ostacoli alla mobilità e prospettive future

Un ulteriore nodo cruciale riguarda la portabilità dei dati. La mancanza di procedure standardizzate della scatola nera per trasferire i parametri di guida da un’assicurazione auto all’altra ostacola la concorrenza, limitando la capacità degli automobilisti di cambiare fornitore senza perdere lo storico di percorrenze e comportamenti al volante.

Di conseguenza, questo vincolo rallenta la crescita di un mercato più aperto, dal quale potrebbero scaturire nuove opportunità di risparmio e maggiore trasparenza. Pur rimanendo uno strumento interessante, la “black box” necessita di aggiornamenti tecnologici e normative più chiare per trovare di nuovo il proprio posto di rilievo nelle scelte degli utenti, i quali, nel frattempo, sono invitati a valutare con cura costi accessori, reali benefici a lungo termine e garanzie circa la sicurezza dei propri dati.

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